Carina la collaborazione con Grillo, “Libera la mente” anche per il ritmo e per la leggerezza con cui Giorgia la interpreta. Il duetto con Mina risente troppo dell’influenza dell’arrangiamento di Massimiliano Pani (che firma gli arrangiamenti di Mina), nonostante ciò la tigre di Cremona non sfrutta tutto il suo potenziale e la voce riesce tarpata. Le due voci non si sovrappongono mai nella canzone “Poche parole” e questo ci lascia insoddisfatti. Ma forse per esprimersi le due cantanti hanno bisogno di contesti sonori diversi e soprattutto separati.
Pino Daniele firma il brano “Anime sole” e influenza - ancora troppo - Giorgia, nonostante l’album “Mangio troppa cioccolata” prodotto da lui nel ’97 non sia stato fra i migliori della cantante. Anche “Mal di terra” è decisamente secondo lo stile di Pino Daniele. Quindi non solo una collaborazione.
In “Ora basta” Giorgia riprende il testo del brano che la portò a vincere il festival di Sanremo del ’95, “come saprei amarti io, nessuno saprebbe mai”, per dirsi appunto ora basta, diamoci un taglio!
Un affollatissimo album in cui compaiono ancora Gianni Davoli con la sua fisarmonica per una versione pop del Libertango, Diana Winter in “Vieni fuori”, Danilo De Santis nel brano “Gli amanti”, Emanuel Lo in “Adesso lo sai” e il flauto di Elio (Elio e Le Storie Tese) nel brano “Invisibile traccia”.
Non lasciatevi fuorviare dall’aggettivo “stonata”, la cantante si riferisce "alla continua disarmonia che mi pare provenire da tutti i campi della vita...”. E anche se la la title-track è deludente, debole, a reggere l’intero album è il brano “Parlo con te”, quello che state ascoltando alla radio in questi giorni per lanciare l’album. Ricco di archi il pezzo si apre solo in coda e a differenza degli altri brani il testo è struggente.
Il videoclip di "Parlo con te".
M.S.
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