giovedì 21 agosto 2008

Aspre Terre Calabre (Puntata numero 2)


Sono tornata in Calabria, a Capo Vaticano, per la seconda volta.
Il relax del villaggio di Marina del Capo, l'armonia di quell'atomosfera familiare mi erano rimasti in mente per tutto l'inverno. Così quando Federico e Germana ci hanno invitati, non abbiamo resistito e ritagliata una settimana nel calendario fitto d'impegni e sogni, siamo partiti con l'IC delle 9.42.
Per gran parte del viaggio in treno, tra una valigia piena che a momenti casca e un tramezzino, il mare correva lungo il percorso e si vedevano gli ombrelloni di chi in vacanza c'era già arrivato.
La stazione d'arrivo del Regionale ha soli due binari e nessun sottopassaggio: Ricadi.

Il villaggio è poco distante da lì ma fai in tempo a vedere i campi di cipolle, un grosso supermercato, la terra rossa arsa dal sole e una vista stupenda lungo le curve che ti portano giù, a livello del mare.
Il primo pasto all'ombra delle piante dell'orto è stato un piatto di carbonara mentre ci raccontavamo le novità e i sospesi, in sottofondo solo gli uccellini e la brusca frenata del tempo che rallentava fino a perdere ritmi frenetici delle giornate da 48 ore, intense e faticose.

Poltrire, decidere quando mangiare dopo le 14 e prendere aperitivi alle 21. Trascinarsi dalla spiaggia alla piscina e dalla piscina al bar. Fare amicizie nuove e rafforzare le vecchie. Trovare un'armonia di coppia continua e tenera. Lanciare lo sguardo fin dove si perde, fino ad immaginare quali sono le terre nascoste dalla foschia, non trincerarlo dientro uno schermo del pc a pochi centimentri dal naso. Sorprendersi della pochezza di Panarea e apprezzare Lipari e Stomboli. Fare un corso di calabrese applicato cercando di apprendere che i verbi sono per di più al passato (che strana cosa di queste terre del sud) e l'aspirata non è così semplice ne da togliere nè da prendere. Lauti pasti, spuntini, qualche cockail in più e nessun caffè. Tanti tramonti seduti sulle sedie in plastica e nessun alba da vedere. Notti troppo corte e pisolini per recuperare. Costumi bagnati e profumo di crema abbronzante. Spiaggia, sassi, scogli e l'acqua che luccicava. Un falò poco attraente e punture di zanzare. Fresco della sera e afa sotto l'ombrellone. Balli latini dai testi improbabili e una Suite dove si balla. Bimbi con cui giocare e cani e chiavi perse. Mezza lezione di acqua gym e il tempo di leggere il giornale ogni giorno. Soffermarsi a vedere l'eclissi di luna e le partite di tennis o ping pong.

Adesso, con le batterie cariche, tocca solo ripartire con determinazione ed energia. Ed è quello che ho intenzione di fare.