lunedì 28 maggio 2012

Toccare le nuvole, Philippe Petit

Qualche anno fa ho letto questo libro: "Toccare le nuvole". In copertina un uomo vestito di nero che poggia un piede su un cavo posto ad un'altezza considerevole - perché lo sfondo è sgranato e piccolo - e sulla destra si scorge una torre, un grattacielo. Quell'uomo è Philippe Petit, un funambolo francese che nel 1974 attraversò i 60 metri fra le Twin Towers (le Torri Gemelle di New York) su un cavo teso fra i due grattacieli. Un pazzo.


Il libro e il film Man on wire (2008) - trasmesso ieri da Rai5 - raccontano di questa impresa incredibile, di completa dedizione e concentrazione rispetto a un sogno, quello di Petit, nato ancor prima che le Torri fossero erette. Prima di questa impresa delle Twin Towers il funambolo aveva attraversato i campanili di Notre Dame nella sua Parigi (1971) e poi e cime dei piloni nord dell'Harbour Bridge di Sydney due anni dopo (1973).


La parte migliore del libro e del documentario e quando Philippe, arrestato dopo l'impresa, rimane perplesso rispetto all'unica domanda che gli viene fatta: "Perché?". Una domanda tipicamente americana, spiega lui: "Ho fatto una cosa sognante, un'esperienza unica e mi chiedete una cosa pratica: perché?"



mercoledì 23 maggio 2012

Tre uomini della scorta: Vito, Rocco, Antonio


Oggi ricordiamo la strage di Capaci, a Palermo, dove vent'anni fa per mano della mafia morivano il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e - come si sente sempre dire - i tre "uomini della scorta".
Vorrei in questo anniversario così importante dargli un nome.  
Vito Schifani aveva 27 anni quando è morto nel '92. Nella foto della Wikipedia ha un bel sorriso allegro, era nato a Palermo ed era lui a guidare una delle tre auto saltate in aria quel giorno. Gli hanno dedicato uno stadio e una medaglia d'oro al valore civile, c'è anche una pagina su Fb e la foto è sempre quella scolorita nella quale sorride. Rocco Dicillo di anni ne aveva 30 ed era sul sedile posteriore della Croma guidata da Vito. Era di Triggiano, in provincia di Bari. Nel paesino adesso ci sono una piazza e una via intitolate a lui. Nella foto della pagina Fb che lo ricorda è in divisa e si vedono bene gli occhi azzurrissimi. Anche a lui è stata conferita una medaglia d'oro al valore civile. Antonio Montinaro era il capo della scorta di Giovanni Falcone. Anche lui trent'anni, anche lui del sud: Calimera in provincia di Lecce. Voleva scrivere un libro per raccontare l'esperienza come scorta a Falcone.
Ora che hanno un nome anche i "tre uomini della scorta" posso ritornare indietro con la memoria e ricordarmi dov'ero quel giorno. Avevo 8 anni ed ero alla Reggia di Caserta, c'era un gran caldo e stavamo aspettando dietro alle transenne che passasse l'auto con il Papa, Giovanni Paolo II. C'era aria di festa e da un momento all'altro aria mesta e pesante. Era arrivata la notizia. Rimanemmo dietro alle transenne con il cuore più pesante.


lunedì 21 maggio 2012

Coscienza civile

"Ascoltami Franci, papà ti racconta una cosa. Questa canzone che senti è molto importante, la cantavano le persone buone quando in Italia c'erano i cattivi. Grazie a queste persone buone i cattivi sono andati via, ed è per questo che noi li ricordiamo e li ringraziamo ancora".
La folla radunata davanti ai Giardini pubblici intitolati a Indro Montanelli cantava "Bella ciao" commossa dopo i fatti di Brindisi. Qualsiasi matrice abbiano, qualsiasi sia l'assurdo perché. E la sensazione di coscienza civile in questi casi aiuta tutti a far bene e a fare meglio anche se sembra ci sia poco di cui esser contenti.

venerdì 18 maggio 2012

Web radio mon amour

Ho scoperto questa web radio di RMC dedicata a Pino Daniele e grazie a questa ho superato l'ultima settimana lavorativa. Certo alcuni brani hanno una rotazione troppo alta (Dubbi non ho, Napul è) ma alcune chicche da Bella 'mbriana compensano. Questa è la forza delle web radio, poter andare così in profondità e accontentare tutti. Mi rimane il desiderio di assistere a un concerto di Pino Daniele, Tullio De Piscopo, James Senese e company, ma mi sa che sono nata un po' troppo tardi per questo.
Ah la web radio, eccola.

giovedì 3 maggio 2012

Multe e tvench


In pratica sono appena tornata da una settimana a casa MIA. E quindi la voglia di stare qui fra questi scaffali color "aglio" - come dice un mio caro amico - a prendere la medesima colorazione, è ai minimi storici. Di conseguenza stamattina ero in ritardissimo e mi sono tuffata sul primo autobus per arrivare in fretta e furia alla metropolitana e quindi a travailler. Su questo autobus sono saliti uno stuolo di controllori, almeno 5 o 6.
Nessun problema per me perché ho un fantastico abbonamento annuale, dato che le linee pubbliche sono le uniche che io possa utilizzare in questa città - Milano - che al contrario di quanto leggo talvolta ha treni e vetture a frequenza regolare e vivibile. Non era nella stessa situazione un ragazzone seduto nel posto immediatamente dietro l'autista. Se ne stava bel bello con il suo tvench firmato a smanettare con i-Phone quando gli hanno chiesto il biglietto. Lui ha dapprima ingaggiato una discussione sulla possibilità di raccontare il perché e il per come avesse sì due biglietti ma non obliterati, poi visto che la storia non era per niente convincente, il controllore gli ha chiesto un documento ed ha aggiunto che nel caso in cui volesse contestare la multa doveva andare in via Tal dei Tali. Presi i dati e fatta la multa, il ragazzone con il tvench ha iniziato con una risatina indisponente a dire al controllore: "bene, bella multa ha fatto stamattina". E continuato con "Lei solo questo puvuò fare". Il controllore era effettivamente una "lei", una donna. E in questa risata di scherno ci ho visto anche questo elemento. L'unica soluzione sta nelle madri. A voi il compito di crescere uomini educati e corretti, che non si fanno prendere la mano se a fargli la multa è un controllore donna.