lunedì 29 dicembre 2008

Napoli è bella solo in cartolina: turisti avvisati

Vedi Napoli e poi muori, perché di più bello non c’è. Palazzi, chiese, monumenti, musei, paesaggi, mare, sole, pizza e mandolino. Tutto quello che volete, anche i panni stesi ad asciugare, visto che l’iconografia non può farne a meno. E su queste basi la riconosciamo come una città turistica? No.


Ogni volta che vedo un tedesco in pantaloncini alla Chiesa del Gesù mi chiedo come ci è finito, quando uno studente Erasmus sceglie Napoli per questa esperienza penso che gli sia dato di volta il cervello. Conosco la città, ne vedo e ne sento, ne vivo. Mi incazzo e mi emoziono a guardare il Castel dell’Ovo alle sette di mattina che si stampa contro il cielo limpido. E Napoli non è una città turistica, è un bel salotto che non è organizzato a ricevere visite, non ha guanti bianchi per i suoi ospiti, non ha posti a sedere, non ha cura per il centrotavola, ne posate d’argento.


Ieri una signora visitava la città con suo figlio, non aveva trovato un posto dove comprare un panino in centro, non c’erano pizzerie aperte. Così ha visto il cartellone pubblicitario di “Dinosauri dalla Cina” a Città della Scienza: “bello” avrà pensato, “interessante”. Così a Piazza Vittoria con lo stomaco che brontolava a lei e al ragazzo voleva comprare dei biglietti per l’autobus e raggiungere via Coroglio. L’impresa si è rivelata più ardua di quanto la normale prassi suggerisce: l’emettitrice era spenta, l’unica pasticceria aperta non li vendeva e bar e tabaccherie erano chiusi. Quando l’autobus è passato – erano trascorsi venti minuti buoni – la signora e il ragazzino sono saliti sull’R7 e hanno chiesto al conducente come fare. Nessuna risposta. E allora ho chiamato la signora che chiedeva solo come risolvere un problema che forse altrove non avrebbe avuto, e le ho dato i miei biglietti prima di scendere alla mia fermata. Una contravvenzione? Il titolo non è cedibile? E se uno vuol fare le cose secondo regole e non riesce? Spero solo che i dinosauri siano piaciuti a quel ragazzo un po’ disorientato.

Io avrei voluto scrivere di Jan Fabre a Piazza del Plebiscito, delle statue che alcuni pensavano fossero dei mimi, della stupenda Chiesa di San Francesco a Paola, della città resa misteriosa da un manto grigio d’inverno, ma a Napoli c’è sempre un pizzico d’amaro che supera tanto splendore.

venerdì 26 dicembre 2008

Jan Fabre a Piazza del Plebiscito


Da quattordici anni si ripete un rito nella città di Napoli, le vie del centro di addobbano a festa e Piazza del Plebiscito diventa museo di Arte Contemporanea per installazioni discusse e non comprese dalla maggior parte della popolazione. E' stato così per la montagna di sale con i cavalli, per i teschi appiccicati al pavimento e per le altre opere esposte.

C'è da dire che il Comune di Napoli e i suoi/nostri rappresentanti a tutti i livelli non brillano per capacità (comunicative) e quindi le installazioni non sono considerate opere per dare lustro a una delle capitali dell'Arte Contemporanea, ma solo soldi buttati per obbrobbri nel cuore della città.
Quest'anno tocca al belga
Jan Fabre in mostra dal 20 dicembre al 18 gennaio con 5 delle sue più famose sculture in bronzo: L’Homme qui donne du feu (1999), L’Homme qui mèsure les nuages (1998), L’Homme qui pleure et rit (2005), L’Astronaute qui dirige la mer (2006), L’Homme qui écrit sûr l’eau (2006) sono collocate nell’emiciclo della piazza, coinvolgendo uno dei terrazzi di Palazzo Reale ed il colonnato della chiesa di San Francesco di Paola.

Ma chi è Jan Fabre?
Nipote dell’entomologo Jean-Henri Fabre, è nato ad Anversa nel 1958 e debuttò nel 1976 come artista di performance. Nei primi anni Ottanta iniziò a realizzare spettacoli teatrali, balletti e opere, incentrando la propria poetica su temi come la vita, la morte, il caso, il sogno e il corpo umano. Quest’ultimo inteso come centro vitale della realtà fisica e psichica, della vita biologica e del pensiero, soggetti entrambi a una continua metamorfosi.
Una bella raccolta di immagini di Piazza del Plebiscito con le opere dell'artista la trovate su Napoli Blogolandia. Il bello di un'installazione del genere è che le opere d'arte non sono nei musei conservate in teche polverose, ma vicine e nei luoghi cari. E dopo Piazza del Plebiscito vi consiglio il Madre e il Pan, due meravigliosi musei di Arte Contemporanea, nella nostra città. Chissà che non impariamo ad apprezzarla di più.

Per approfondire:
La Fotogallery e Laura Larcan per Repubblica.it

venerdì 19 dicembre 2008

Leggi Il Manifesto? oggi costa 50 euro

Cinquanta euro, tanto costa oggi Il Manifesto, il noto giornale di sinistra dalle storiche copertine, che un anno sì e l'altro pure è a un passo dalla chiusura.
Oggi - 19 dicembre - ha organizzato questa iniziativa a metà fra la colletta e la provocazione: 50 euro per Il Manifesto. Come se la libertà di stampa, o un pezzettino di essa, si potesse comprare con 50 euro. Personalmente non lo comprerò.

giovedì 18 dicembre 2008

Stabile

La fiducia degli italiani nel governo è stabile, cala un pò quella nel Ministro della Pubblica Amministrazione. Ennesima conferma di come l'italiano medio sia attaccato molto al suo piccolo mondo e poco al benessere della collettività. Vai con la Social Card e l'Ici, avanti così.

(la Repubblica)

mercoledì 17 dicembre 2008

Ora si che è Natale

Sempre più ricco nella sua versione natalizia, nano, il free press che ti informa sugli eventi di napoli e dintorni, anche durante le feste.
All'interno ci sono: le vignette di Sbadituf, la rubrica Neapolitan Problem Solving, gli scatti, la striscia, il ricco calendario, l'intervista a Beppe Severgnini, il Gamecon, la nanoinchiesta sullo Slow Food vs Fast Food, il cinema con Come Dio Comanda e Madagascar 2, la musica con Britney Spears ed Eminem, il MyTube, l'Amarcord Natale, l'Oroscopo, i Viaggi con New York, Una strada/Un nome...
Curioso/a? Cerca sul myspace dove trovarlo www.myspace.com/nanoedizioni e su Facebook diventa fan di nano.

lunedì 15 dicembre 2008

Su e giù fra l'Emilia e la Romagna fra passato e futuro

E come li riassumo questi giorni?
Ho dormito in 5 giorni in 3 posti diversi. Credo di essere stata bagnata da centinaia di gocce di pioggia. Ho rivisto i miei amici di sempre, Noemi e Simone, che preparano il terreno ad una nuova famiglia. Vedere il corredo e i mobili mi ha emozionato. Sembra un battito di ciglia che giocavamo con le barbie, poi ci siamo diplomate, siamo andati a Londra... Ho pensato: allora siamo cresciuti, possiamo dirci "grandi"? Difficile dirlo. Ogni vita è così diversa e a sè e segue un percorso suo, tortuoso o meno, ma suo. E allora da una Natale all'altro gli amici comprano casa e cambiano città, pensano ad un bambino, o - semplicemente - cambiano lavoro. Il cambiamento impercettibile di quello che viviamo per chi ci guarda segue brusche frenate o accelerazioni. La prossima volta che sarò a Ravenna forse la casa sarà pronta e la nuova famiglia pure.
Oggi si è anche sposata Sonia, immagino solo come sarà stata emozionata. Sono sicura che tirerà fuori dei bellissimi racconti da questa fase così felice.

E poi sono stata in due città nuove. Prima a Bologna, di cui ho visto per anni sono la piccola porzione di città che offre la stazione. Stavolta l'ho vista e apprezzata meglio. Il suo fermento culturale, le tante librerie, lo Urban centre, il caldo dei negozi e il freddo umido della strada, i portici della città, il grande albero in piazza e le luminarie sui negozi griffati. e il Paladozza, il palazzetto dello sport in cui ho tentato l'ardua impresa delle 100 risposte in un'ora dopo 5 ore al freddo seduta sul giornale per evitare il contatto diretto con lo scalino.

La seconda città è stata Reggio Emilia, inizialmente non prevista nell'itinerario e per questa variazione ho provato anche l'ebrezza di cambiare i biglietti del treno con sommo dispiacere del bigliettaglio pennellato dalla evidente ricrescita. Anche Reggio Emilia mi è piaciuta, e lì ho conosciuto una persona dai capelli biondi e ricci, con gli occhi sinceri. La ringrazio della bella giornata trascorsa insieme e delle tante chiacchiere fatte insieme.

Il viaggio di ritorno è stato lungo, a Roma è salita una signora con tre cagnolini minuscoli, uno di loro si è acciambellato sulle mie gambe e così abbiamo continuato il viaggio. Come faceva a sapere che avevo nostalgia di Casa, del mio Milo?

martedì 9 dicembre 2008

Qui tutto bene

Mi rilasso, il freddo è secco e faccio lunghe passeggiate.
Mi ci voleva proprio.

martedì 2 dicembre 2008

Il delirante seme della discordia

Avere una sala cinematografica vicino casa. Una di quelle con le poltroncine usurate rosse, che diventa anche teatro e ti fa pagare il biglietto tutti i giorni della settimana 4.00 euro. Io ce l'ho, è il Cinema-teatro Siani, il lunedì c'è l'appuntamento con il Cineforum e ieri hanno proiettato: Il seme della discordia di Pappi Corsicato. Volevo vederlo quando è uscito qualche me se fa e l'ho anche postato sul blog ma poi mi è sfuggito come tanti film. Quando Alessandro Gassman ne ha parlato dopo l'intervista (vedi foto su facebook) pensavo fosse un piccolo siparietto di corna, trito e ritrito. Invece no.

Il seme della discordia mi è piaciuto, molto. E' un film con ambientazione anni '60 in cui hanno molto peso i particolari e le colonne sonore. Allo stesso tempo è molto attuale, si parla di fecondazione assistita, di test di fertilità.
E' stato girato a Napoli, ma non una città riconoscibile e già vista, una Napoli che sembra Torino o giù di lì: il Centro Direzionale.
Le figure femminili sono quelle in primo piano, anche se si parla di seme maschile. E poi mi va di sottolineare due interpreti in particolare, Martina Stella che fa la commessa/ballerina stupida e narcisa (chissà perchè) e Alessandro Gassman che fa il marito sterile e precoce della coppia protagonista. Sostanzialmente un marito assente che fa il rappresentante di fertilizzanti (ironia della sorte), ha amanti improbabili (dai reggiseni improbabili più che altro) e poi lascia la moglie adultera (che in realtà adultera non è anche se le circostanze portano a pensare questo).

Insomma a Gassman si preferisce un onesto vigilante (Gabriele interpretato da Michele Venitucci già visto nel CSI italiano RIS) che ha le mani callose ma delicate e stende mutande e calzini ad asciugare, e già questo vale la sola visione del film per capire come mai sia possibile arrivare a pensare questo. E poi per il pubblico maschile Caterina Murino è davvero splendida perennemente su tacchi vertiginosi e con l'eye-liner che la fa sembrare un cerbiatto.

Tre appunti: uno il reggiseno "snep" di Rosalia Porcaro, due una Isabella Ferrari sfacciatamente e falsamente prosperosa, e tre il finale in cui i due bambini con il neo sullo zigomo sinistro si mettono a giocare.

venerdì 28 novembre 2008

In questi giorni ho imparato e messo in discussione molte cose. Tutta la mia vita è stata scrollata come un albero d'autunno a cui cadono delle foglie e altre invece rimangono attaccate al ramo sottile dalla linfa che gli scorre dentro. Ho visto la morte irrompere nella quotidianità come uccellini che cercano le briciole di pane e poi come un onda dirompente, ma poi ho pecepito la vita opporsi a tutto questo piccola e indifesa e poi forte come una risata e come il sole sui tetti. Ho sentito la solitudine del dolore, l'impossibilità di condividere il mio o quello altrui perchè mi esplodeva dentro e di me rimaneva solo un sottile strato attorno a tutto quello strazio. Ho ricordato di come mi sono maledetta quando mi sono resa conto di aver speso i 10 euro che mi aveva regalato nonno Peppe prima di andare in ospedale. A volte sogno ancora di ritrovarli.
Ho visto i tratti somatici di famiglia in tutte le fasi della vita e ho ricordato quelli di chi non c'era più cercandoli nella memoria fra le foto e i compleanni: baffi bianchi e gilet, sigarette e brillantina, occhi vispi e mani callose.
Lasciando che il dolore mi attraversasse e mi scavasse dentro ho fatto piazza pulita di tutti i pensieri così che mi ritornassero solo i ricordi. Mi sono chiesta quando mio padre avrebbe sorriso di nuovo, quando avrebbe preso in mano la chitarra e con le lacrime che cadevano pesanti sul pavimento senza fare rumore ho toccato i tasti bianchi del pianoforte.
Di quelli che hanno fatto la guerra e hanno patito tanto, che hanno camminato dalle Alpi a casa appena ventenni, che a Cassino ci andavano in bicicletta fumando sigarette, e a lavorare sulla Vespa con i giornali sotto il cappotto, non ce ne sono più. Quelli come te il gallo lo sentivano cantare già da svegli mentre andavano a lavorare pronti con le maniche alzate, e così hai fatto anche l'ultimo mattino. Te ne sei andato presto senza svegliare nessuno, una mattina di sole in mezzo alla pioggia lasciando un pò di te in tutti quelli che rimangono qui. Addio nonno.

domenica 23 novembre 2008

Vista dal Vesuvio

La città dalla sua imponente icona è bella e colorata. Predomina il rosso dei tetti e le strade sembrano solchi ordinati. Ieri a rendere tutto un pò più misterioso c'rea una nebbia sottile che abbracciava tutto quello che uno sguardo abituato alle brevi distanze poteva cogliere affascinato dallo spazio ampio. A me è sembrata un pò Praga. Lo so che è un pagagone azzardato, ma mi ha messo la stessa calma dello scorrere lento della Moldava su un paesaggio immobile. Sarà stato il comune denominatore del freddo o la sospensione dei pensieri davanti a uno scenario emozionante.
Lì sopra al Vesuvio mentre accompagnavo 40 ragazzi per l'Itinerario scientifico la città ha iniziato a mancarmi o a salutarmi. Non sono riuscita a distinguere.
A sinistra c'era il cono del Vesuvio, la bocca che seminò terrore e distruzione. Davanti a me la calma e nelle orecchie il silenzio che non reggevo più. Così sono andata a cercare i ragazzi e ad esaminare lapilli. Erano tutti in una enorme teca conservati in piccoli vasetti di vetro, su questi cento e più anni fa avevano scritto - chissà chi - la data con una scrittura aggraziata e elegante che mi si è palesata davanti agli occhi la scena di un gentiluomo in bianco e nero: 1860, 1833, 1896.
Giù per le curve che abbracciano il Vesuvio la città si è fatta più vera e l'immagine da cartolina è diventata caos e consuetudine, si è fatta vita brulicante di metropolitane affollate e sciarpe pesanti e strana inquietudine contraria alla calma del vulcano che dorme.

mercoledì 19 novembre 2008

La zia Santa

Se non fosse per qualche parulella penseresti a una tipica romagnola allegra ed espansiva.
La zia Santa ha la risata contagiosa e tanti capelli ricci e rossi. Nella sua casa di Napoli aveva una famiglia di Dalmata che mi sembravano enormi e alti come cavalli. Gli faceva da mangiare in grosse scodelle, è una delle poche immagini che la memoria mi restituisce. In questi frammenti di ricordi c'è lei e questa massa di capelli rossi, anche al di là della porta dell'Intercity di stamattina, ma stavolta non ho sentito la sua risata. Forse perchè mi ronzavano in testa tanti pensieri e sgomitando uno solo si è fatto spazio fra gli altri: "chissà quando ci rivedremo". E poi ogni volta che un treno con i suoi colori freddi mi scorre davanti dopo aver chiuso a me le sue porte, mi sembra porti via un pezzetto di me, lontano.

venerdì 14 novembre 2008

Spettacolare Paola Cortellesi

Nel caso in cui ve li siate persi, vi consiglio questi monologhi "La mia famiglia" di Paola Cortellesi in "Non perdiamoci di vista". Stupendi, da guardare con il fiato sospeso.


mercoledì 12 novembre 2008

E' morto il cane più brutto del mondo

Spellacchiato, malato di cancro, senza un occhio e senza una zampa. Si chiamava Gus , ma per tutti era: il cane "più brutto del mondo", e basta.
L'appellativo poteva essere scherzoso riferito a razze non propriamente aderenti ai canoni estetici secondo i giudici del "concorso", ma in questo caso il povero esserino era gravemente malato. Speriamo che almeno adesso lo lascino in pace. Ce ne sono di concorsi stupidi. Ciao Gus.

giovedì 6 novembre 2008

Ok, basta. Vado via.

Oggi ne ho abbastanza più che mai di questa città e non sono neanche uscita di casa.
Napoli è una città violenta e sporca. I suoi abitanti si incattiviscono ogni momento che salvi riusciamo a fare un passo. Vecchi e bambini hanno la faccia contratta in smorfie incazzate e dure. Non c'è nulla che vada nel verso giusto, nessuna ancora a cui aggrapparsi. Nessun sole, mare che tenga. Scura, brutta e interminabile appare la nottata.

E non voglio restar qui a perdere chances e indurirmi anche io. Non mi illudo di poter trovare un lavoro, casa, giardini pettinati e uccellini altrove, ma mi auguro di poter uscire di casa e non dovere avere occhi dappertutto mentre con il coltello in mezzo ai denti pronta a difenderti sto a contare tutte le anomalie di questa città a la maggior parte delle persone si è abituata credendole normalità.
Cosa ha di normale una città in cui poco più che dei bambini passano il loro tempo in sale giochi dopo la mezzanotte e vengono gambizzati? O una città in cui in pieno centro puoi essere scippata e ridotta in fin di vita. Questi ragazzini non sono recuperabili, mele marce come le loro madri che li hanno partoriti, come le famiglie che li hanno "allevati", pronti a far danni e a infettare anche le mele sane.
E me ne frego di un sindaco che non merita neanche la maiuscola, che con la sua voce stridula e la sua fascia tricolore inutile condanna un "atto gravissimo" e se ne sta al caldo di Palazzo San Giacomo. Abbia la decenza di andar via prima che alle prossime elezioni chiunque si presenti - compreso uno spaventapasseri o un neofascista - ci sia un plebiscito a suo favore.

Wind of change

La mattina del 5 novembre ho acceso la tv in cucina, non lo faccio mai. Gerardo Greco stava raccontando la notte più speciale della nazione più importante del globo.
Ho pensato per un momento che non ce l'avesse fatta a diventare il 44° Presidente degli Stati Uniti, poi ho avuto la conferma che il giovane, intelligente, democratico Barack Obama aveva vinto le elezioni con un ampio margine. E allora mi sono commossa. L'America cambia pagina e tutto questo non può che riflettersi sul mondo intero. Cavoli che Nazione è quella, mi stropiccio ancora gli occhi incredula ma felice.
Ora sì, Yes, we can.
...non ha un fratello mezzo italiano Obama?

lunedì 3 novembre 2008

La Carfagna querela Guzzanti

"Una nomina di scambio, una persona inadatta" scrive Guzzanti alla Carfagna, e lei lo querela.
"E' ammissibile o non ammissibile, in una democrazia ipotetica, che il capo di un governo nomini ministro persone che hanno il solo e unico merito di averlo servito, emozionato, soddisfatto personalmente?". Di certo no ma si conoscono i personaggi in questione, potevamo aspettarci altro?

venerdì 31 ottobre 2008

Slitta la discussione sulla legge 40

Prevista per il prossimo 4 novembre, viene adesso rinviata la discussione alla Corte Costituzionale sulla legge italiana che disciplina la fecondazione umana assistita: la legge 40. Controversa e con molti punti critici - almeno quattro - il testo è stato sottoposto a referendum abrogativo nel 2005 ma senza risultati. A votare si recarono il 25% degli aventi diritto e la consultazione venne così annullata senza la possibilità di fornire un invito alla ridiscussione della legge.
Ma da allora l'applicazione di una legge che fa acqua da tutte le parti ha portato ad un aumento dei parti plurigemellari, ad una diminuzione dell'efficacia della tecnica, ad un incremento dei viaggi all'estero per le coppie che vogliono accedere alla tecnica senza le assurde limitazioni della legge italiana. Altro aspetto, la legge 40 è in parziale contrasto con la 194 che disciplina l'interruzione volontaria di gravidanza.

Molti sono stati i ricorsi e le sentenze contro particolari punti della legge 40, una legge che si rivela essere piena di angoli da smussare bisogna andare a revisionarla, per adesso la discussione sulla costituzionalità della legge slitta a data da destinarsi, e il tema non è in agenda politica. Anzi.

mercoledì 29 ottobre 2008

Un giorno nelle scuole

Adoro quando le persone mi sorprendono positivamente. E stamattina è successo.
Con una squadra determinata e affiatata oggi ho iniziato il giro per gli Istituti di Napoli con un nuovo progetto. I ragazzi hanno dai 13 ai 18 anni, su per giù.
Si stavano preparando all'autogestione e io rubavo loro il tempo alla protesta. Nonostante questo l'incontro è stato stimolante e interessante. Con loro avevano i quotidiani e sapevano cosa fosse un Decreto Legge. Quando gli ho detto: "se sapete per che cosa protestate sappiate che noi siamo con voi" è scattato l'applauso. E anche se senza voce siam tornati a casa contenti.
Grazie a questi ragazzi e grazie ai miei colleghi/amici/fratelli.
In fondo siamo un pò tutti sulla stessa barca che affonda, neanche tanto lentamente.
E domani? Domani si medita. Si cerca una soluzione, una strada percorribile che non sia troppo tortuosa, troppo complessa. Se ci addentrassimo in migliaia di cavilli e stradine si perderebbe la consistenza della protesta per diventare un già visto sotto la sabbia. Un qualcosa che certi si sono inventati e certi altri hanno revisionato a dovere, a posteriori.
Incrociamo le dita.

venerdì 24 ottobre 2008

Benedetti referrer!

Fra i referrer di Notecologiche ne oggi compare uno bizzarro: "Marianna ti amo".
In pratica digitando queste tre parole su Google si arriva al blog del mio progetto ecologista.
Magie del web.

venerdì 17 ottobre 2008

Potere della musica

Cosa sarebbe questo spot dell'Alfa Romeo senza la canzone dei Daft Punk?


lunedì 6 ottobre 2008

La moralizzartice

Stamattina alle 10.00 mi sono incamminata verso il Comune, una signora ha parcheggiato - si fa per dire - vicino ad un cassonetto e ha aperto il portabagagli. Tirati fuori ben tre sacchetti della spazzatura e si è data al lancio. Dopo il tonfo dei sacchetti nel cassonetto vuoto si è sentita la mia voce: "signora non è orario di buttare la spazzatura questo" e mi ha fatto eco il titolare della salumeria sulla strada "e si fa la raccolta differenziata". La signora è arrossita e con il capo chino è partita come un fulmine in direzione Mugnano. Non è possibile che passino inosservate le più basilari regole del vivere civile.

venerdì 3 ottobre 2008

Grande come te, sei grande solemente tu.

Mina Anna Mazzini, per tutti - e per me in particolare - semplicemente l'unica e ineguagliabile icona della musica: Mina. Cinquanta anni fa la Tigre di Cremona ha iniziato la sua carriera a Rivarolo del Re. Sono passati 50 anni di interpretazioni uniche, canzoni entrate nell'immaginario collettivo, qualche scandalo che ha sportato più in là il limite dell'Italia bigotta, insegnamenti di canto validi per tutti gli aspiranti cantanti del globo. Una figura femminile emancipata, libera, indipendente, ma non per questo meno sensibile e femminile. Grazie di tutto questo Mina,

Lemillebolleblu


giovedì 2 ottobre 2008

Anno Zero

Più guardo Anno Zero, più mi vergogno. Un mix di ignoranza, razzismo, scarso valore morale.
Al più presto via da qui.

Il referendum a Vicenza è inutile, no alla consultazione popolare sulla base Usa

Se la democrazia diventa inutile, scrive Ilvo Diamanti su Repubblica.
Il Consiglio di Stato ha giudicato inopportuno il pronunciarsi della popolazione con il meccanismo della democrazia diretta, sulla questione della Base Usa a Vicenza, come se non li riguardasse e la decisione, una volta presa, non fosse suscettibile di modifica. Nessun referendum dunque, cittadini zitti e muti.
Come scrive Diamanti, il referendum sarebbe stato un potenziale volano alla negoziazione, così ci troviamo davanti ad un ennesimo pugno di ferro dello stato, solo geograficamente diverso da quello che abbiamo visto pochi giorni fa.

lunedì 29 settembre 2008

Study Box di Perugia

Ho ritrovato il video della mia presentazione a Perugia durante l'incontro con diverse radio universitarie.
Sono qui, nascosta dal pc.

Bandi di concorso fatti su misura

Vi è mai capitato? A me diverse volte. Ti imbatti in un bando per l'assunzione di figure professionali vicine alle tue e dici "magari partecipo". Chiedono laurea e ce l'hai, chiedono esperienza in tot settori e ce l'hai, ma è quando pensi che questo basta a darti l'accesso perlomeno alla selezione che devi ricrederti.
Spuntano un incrocio di caratteristiche assurde che inizia a pensare che quel posto e quella selezione sono cucite addosso a qualcuno in particolare, non sono mirate a trovare la persona più competente in merito ma sono destinate a tagliare fuori tutti i potenziali partecipanti meno che uno!
Ho trovato bandi in cui chiedevano il tesserino di pubblicista e la laurea in Economia per una redazione di cinema, sono incappata in concorsi che scadevano il giorno dopo ed erano segnalati il giorno prima, ho visto vincere concorsi con materiale non inedito e ritirare (giustamente) i premi.
Oggi leggo su Repubblica.it che in questo meccanismo è incappata anche la Pubblica Amministrazione, la faccenda è curiosa e vi invito a leggerla qui. Che Italia piccola, piccola...

27 Settembre, Jatevenne Day, Chiaiano-Marano

sabato 27 settembre 2008

Lì dove il tempo si dilata: Urbino

Urbino è una piccolissima cittadina universitaria chiusa da mura. La superficie sarà di un paio di km quadrati, non di più. Due piazze principali e una marea di Facoltà e corsi di laurea. Due anche le attività commerciali: pizzerie a taglio e affitta appartamenti. Tutto ruota intorno all'anno accademico, in una girandola di dialetti, lingue e aspirazioni diverse.
Ma la cosa che più mi ha sorpreso è stata la dimensione del tempo. Dilatato e infinito fra quelle mille stradine tutte uguali. Le ore sono davvero ore, non minuti come mi capita di percepire qui, a Napoli.

sabato 20 settembre 2008

L'inadempienza di Gianfranco Franchi

Un pò di tempo fa la mia metà mi ha prestato "Pagano" dicendomi "è un mio amico ed è bravissimo, ti piacerà", aveva ragione. Adesso Gianfranco torna con una nuova pubblicazione, stavolta poesie, con "L'inadempienza". E allora non vedo l'ora di leggerlo.

martedì 16 settembre 2008

Veline all'università

Aspettavo il mio turno per parlare con un professore che non ricordava neanche il numero del DM che attiverà il nuovissimissimissimo ordinamento (il DM 270), lui doveva chiarirmi le idee e indirizzarmi su una re-immatricolazione o un completamento degli studi con l'ordinamento preesistente. Inutile dire che i dubbi sono aumentati e non diminuiti e non si è cavato un ragno dal buco.
Mentre aspettavo un gruppo di ragazze cinguettava e così dato che mi distoglievano dalla lettura mi sono interessata alle loro conversazioni, nell'ordine: il vestito dei 18 anni che non ti entra più (saranno passati 5-6 anni, no!?), le scollature portabili se vai a mangiare una pizza, la ricostruzione per le unghie più conveniente e...
"lo stai vedendo Veline?" ha detto una sgranando gli occhi. Mi aspettavo una risata, una battuta, uno sberleffo, nulla! Commenti seri e accorati: "eh ma so già chi vince, quella che..." e non vi svelo altro perchè mi auguro con tutto il cuore che non siate affatto intrigati e interessati alla reginetta che dovrà sculettare sul banco di Striscia la Notizia.
Che strazio!

domenica 14 settembre 2008

A Calvizzano concerto di beneficenza per Camilla

La google map mi da 3 minuti di distanza fra casa mia e Via Aldo Moro a Calvizzano dove stasera ci sarà un attesissimo concerto di musica rock. Presentati da Luca Sepe si Esibiranno: 24 GRANA, EPO, 'A67, LIBERA VELO, EL GHOR.
Il concerto è stato voluto da Peppe Guarino dell'associazione Onlus "Camilla stella che brilla". Non possiamo mancare di dare il nostro contributo.

Quella che bacia le ragazze

Katy Perry è lanciatissima in tutte le radio con il singolo "I Kissed the Girl", il video racconta di questo sogno un pò strano e i genitori si domandano come abbia fatto la figlia a far successo con una canzone con questo testo.
Se avete voglia di ascoltare un assaggio dei brani di "One of the boys" potete farlo qui.

Ve lo ricordate il Tamatgoci?

Piccolo, da curare e far giocare. Quante infanzie rovinate dal Bip di "fine" del giochino di chi aveva chiesto ai genitori un cagnolino e si erano visti rispondere: "no" senza repliche.
Arriva dall'Inghilterra una nuova moda in fatto di animali domestici: il Petauro dello zucchero, costa 180 euro, sta in una mano ed è capace di volare. Ha bisogno di molte attenzioni e deve stare nella tasca del padrone. Ma è pur sempre un esserino vivente.

venerdì 12 settembre 2008

Era appena un anno fa. Stavamo in silenzio a raccogliere i ricordi della nonna che alcuni avevano solo come racconti, ed io sentivo una voce - non so se è possibile che me ne ricordi - una voce felice di vederci tutti lì per la prima volta, tre generazioni alla stessa tavola, con la tovaglia buona, quella del Natale che non abbiamo mai trascorso insieme. Figli dei figli dei figli, tuoi. Tutti con qualcosa da condividere con te, dalla forma delle mani al colore degli occhi fino al nome che anche io porto. Insieme a cancellare rancori vecchi di anni con ore di aereo e treno, che all'improvviso sembrano niente perchè è già trascorso un altro anno da allora.

Nano di settembre


Cercatelo in giro, i punti-nano sono sul myspace.

giovedì 11 settembre 2008

Molto forte, Incredibilmente vicino

Se penso all'11 settembre 2001, oltre all'iconorrea delle Torri ,quello a cui penso è questo libro, Jonathan Safran Foer: Molto forte, incredibilmente vicino.
Gli occhi di un bambino che ha perso il padre nell'attentato, la sua vita, i suoi sogni, le sue invenzioni.
Uomo e donna divelsero monti e giardini,
scesero ai fiumi,
s’arrampicarono pei muri,
spinsero sui monti la loro atroce artiglieria.

L’amore seppe allora di chiamarsi amore.
E quando sollevai i miei occhi al tuo nome
il tuo cuore d’improvviso dispose la mia strada.

P.N.

L'angolo della sdolcinatezza

Auguri alla mia amica Sonia e a Claudia che con i loro compagni hanno iniziato un percorso di vita insieme.

martedì 9 settembre 2008

Meglio le miss delle paraolimpiadi

Faranno più notizia le miss e i loro miseri spuntini (a cui vengono dedicati approfondimenti), che mandano baci ammiccanti alle telecamere e che quando sono struccate sono truccatissime, ma a me emozionano di più le paraolipiadi. Atleti con protesi che si giocano la gara a denti stretti e comunque sia - che arrivino primi o meno - loro, sono vincitori nella vita.

lunedì 8 settembre 2008

Il bello della tivvù, un giorno con Fabrizio Palma

La televisione distorce e confonde. Ha la grana grossa e quello che passa molto spesso non corrisponde a realtà. Ma perchè questa riflessione sul medium che meno mi interessa? Perchè venerdì grazie al Master dell'U.M.S. ho avuto la possibilità di conoscere Fabrizio Palma, uno degli insegnanti di canto del programma Amici. Hanno dovuto indicarmi chi fosse, non lo conoscevo. Qualcuno mi ha detto "come? quello che non parla mai", qualcun altro "quello antipatico".
E' stato sette ore con 40 persone ascoltandole cantare ad una ad una senza mai stancarsi, annoiarsi di dire una parola di incoraggiamento o un consiglio prezioso. Un "in bocca al lupo" nel mio caso. Grazie Fabrizio.

domenica 7 settembre 2008

Auguri Lorenzo!

Meglio tardi che mai, quindici anni di convivenza, una figlia di dieci, Jovanotti e la storica compagna hanno detto sì.

giovedì 4 settembre 2008

Paradossi dell'istruzione in Italia

Ogni anno la tensione per i test d'ingresso alle facoltà a numero chiuso aumenta. Aumentano le facoltà che adottano questo filtro, aumenta la difficoltà dei test, diminuisce il numero di posti disponibili e la sicurezza del criterio meritocratico per l'assegnazione ai meritevoli dell'agoniato posto a Medicina, Veterinaria, ad Architettura e chi più ne ha più ne metta.

Queste prove possono sbarrare la strada al sogno dello studente che si affaccia al mondo universitario. D'altronde ammetterli tutti sarebbe impossibile (?). Come si fa a valutare un ragazzo che esce dalle superiori se può essere un medico o un odontoiatra? Dirgli tu sì, tu no.

Il racconto su Repubblica di perquisizioni e controlli per il test d'ingresso lascia perplessi. Come un chek-in all'aereoporto per accaparrarsi un posto sul futuro desiderato. Si può anche decidere di stare "alle regole del gioco" (anzi si deve) ma se anche il Ministro dell'Istruzione Gelmini si è servita di scorciatoie qualche dubbio mi rimane.

martedì 2 settembre 2008

Kung Fu Panda, un eroe per caso e il classico cattivo

Sì non ho resistito, adoro i film d'animazione e allora mi sono precipitata in un cinema-teatro della provincia molto carino (il Siani) e ho innalzato così l'età media degli spettatori.

Il protagonista del nuovo film della Dreamworks - Kung Fu Panda - è Po, un enorme panda avido di cibo il cui destino sembrerebbe quello di cucinare e servire spaghetti nel ristorante di famiglia. Non è così perchè per fronteggiare il temuto cattivo di turno e salvare la valle, viene scelto un eroe insolito, goffo e grasso.

Po viene catapultato dal ristorante del padre al Tempio di Giada. Sembrerebbe impossibile che possa arrivare a padroneggiare l'arte del Kung Fu per sconfiggere l'avversario. Contrariamente alle aspettative un panda sconfiggerà una tigre, perchè "non c'è un ingrediente segreto" basta credere in se stessi. E' quella la forza su cui far leva.

Atmosfera orientale per l'ambientazione e le parole dei saggi maestri.
Qualche risata la strappa la goffaggine di Po, un personaggio che sembra fatto a posta per essere doppiato da Fabio Volo.

lunedì 1 settembre 2008

Il seme della discordia

Quando l'ho incontrato al Napoli Film Festival (e quando me lo scordo) il bel Alessandro Gassman anticipò l'uscita di questo film: Il seme della discordia, di Pupi Avati. Il titolo anticipa molto della produzione italiana presentata in questi giorni al Festival del cinema di Venezia.
Moglie e marito conducono una vita piena e senza scossoni, quando lei scopre di essere incinta e lui di essere sterile.
Il film è ambientato a Napoli ("in una Napoli inedita" per usare le parole di Alessandro raccolte durante l'intervista.)

Esce il 5 settembre nelle sale. Nel cast: Alessandro Gassman (già ampiamente citato), Caterina Murino, Isabella Ferrari e molti altri.

venerdì 29 agosto 2008

Nano di settembre

Si ricomincia con più grinta a settembre. La redazione di nano in realtà non si è mai fermata per presentarvi un numero ancora più ricco. Il numero di settembre è stato appena dato alle stampe, rimanete sintonizzati, il vostro free press nano sta per uscire.
Dove? Cercatelo qui.

Pubblicate pure

Prodi sulle intercettazioni che lo riguardano si smarca dalla "solidarietà a tempo" del Premier Berlusconi.
Romano mi sei piaciuto, bravo.

(Repubblica.it)

Caso Alitalia: "non peserà sulle palle degli italiani"

Ogni tanto qualcuno dice le cose come stanno ma poi si viene a sapere che è un lapsus.
Peccato.
Il lapsus dell'inviato del Tg3 diventa un tormentone.

Passione politica e voglia di Cambiamento

Questa la campagna di Obama che fa piangere i suoi sostenitori, ed emoziona tanto oltre i confini degli Stati Uniti d'America. Ottantaquattromila persone a Denver per incoronare il primo candidato nero della storia in corsa per la Casa Bianca. Questo il suo discorso di investitura, a 45 anni dal celebre discorso di Martin Luther King: I have a dream, l'America torna a sognare e a sperare in un domani diverso. E se l'America torna a sognare possiamo sperare tutti che un soffio di questo cambiamento arrivi anche da noi.

giovedì 28 agosto 2008

Yes, we can. Ma sventolate bene quei cartelli

Quanto mi piacerebbe star lì ad una convention di Obama. La prima volta di un candidato di colore alla Casa Bianca, sostenuto da una donna che ha abdicato in suo favore ma rimane comunque una Regina: Hillary.
Continui colpi di scena e mesi e mesi di campagna elettorale a bordo di quegli strabilianti bus.
Tutto grande, tutto enorme, tutto tremendamente americano.
E americano a volte fa rima con costruito, dove nulla è lasciato al caso, neanche i cartelli della convention democratica. Ci sono regole precise anche per quelli. Non mi importa vorrei esserci lo stesso e sventolare un cartello blu e bianco. Yes, we can.

martedì 26 agosto 2008

Enzo, e son quattro.

Quattro anni fa durante le Olimpiadi venne sequestrato e ucciso in circostanze ancora da chiarire: Enzo Baldoni, Giornalista free lance di Diario.
Mi sono fatta un giro del web sull'onda di Google per vedere quante persone se ne ricordavano oltre a rapace che stamattina al telefono me l'ha ricordato con tristezza e amarezza. Enzo baldoni l'ho conosciuto attraverso lui che sulla figura di questo giornalista atipico ha scritto una tesi da menzione speciale al Festival Internazionale del Giornalismo di quest'anno.
Ogni anno ci troviamo a dire che non gli è stata resa giustizia, che era un grande uomo e giornalista, che il suo corpo non è stato ancora riportato a casa, che ci manca Enzo con quella sua prospettiva particolare sul mondo "un gigantesco calderone cosmico".
Ogni anno Enzo, ci manchi un pò di più.

lunedì 25 agosto 2008

A volte ritornano

E non ne sentivi la mancanza. Sono quei rami secchi - talvolta marci - che hai reciso con forza e decisione o con stanchezza e una volontà sempre più forte. Amici, ma quali amici. Annoverarli fra i conoscenti diventa già una forzatura. Fa tutto parte di un revisionismo storico privato, ti volti indietro e certe persone non ti appartengono più, sei distante mille miglia da loro e come punto di contatto non c'è che un passato insieme di pizze e gite al mare che vorresti cancellare con un tratto di matita. Non puoi e non sarebbe giusto. Loro sono lì a ricordarti quanto irto sia stato il tuo cammino, quanta strada fa vi siete persi con l'ultima risata insieme, se mai ce n'è stata una sincera e cristallina. Te li sei lasciati alle spalle chissà quanto tempo prima e hai corso e lavorato facendo di te quello che sei oggi, e te li ritrovi davanti con il passo baldanzoso e la faccia di chi ti ha incontrato un giorno prima per aggiustarti il pc, ingnari, inconsapevoli, inutili.
A volte ritornano ma ti sfiorano appena e continui il tuo cammino come se non li avessi neanche incontrati nuovamente.

Su e giù da un palco

Inaspettatamente ho intrapreso una nuova avventura, ne cerco sempre. A volte ci arrivi per una strada che si biforca, altre volte ne scorgi una verso una stradina assolata.
Stavolta si tratta di Radio Mondo Web e non è una novità assoluta per me il mondo della radio, è piuttosto una grande passione che coltivo da un anno.
Quando ero ancora in Calabria ho ricevuto una telefonata e due giorni dopo ero al Timone Village di Castelvolturno per una puntata di Too Live accanto a DJego e la "famiglia" di RMW. La sera successiva una replica di divertimento e animazione che questa foto ritrae.
Niente male davvero.

giovedì 21 agosto 2008

Aspre Terre Calabre (Puntata numero 2)


Sono tornata in Calabria, a Capo Vaticano, per la seconda volta.
Il relax del villaggio di Marina del Capo, l'armonia di quell'atomosfera familiare mi erano rimasti in mente per tutto l'inverno. Così quando Federico e Germana ci hanno invitati, non abbiamo resistito e ritagliata una settimana nel calendario fitto d'impegni e sogni, siamo partiti con l'IC delle 9.42.
Per gran parte del viaggio in treno, tra una valigia piena che a momenti casca e un tramezzino, il mare correva lungo il percorso e si vedevano gli ombrelloni di chi in vacanza c'era già arrivato.
La stazione d'arrivo del Regionale ha soli due binari e nessun sottopassaggio: Ricadi.

Il villaggio è poco distante da lì ma fai in tempo a vedere i campi di cipolle, un grosso supermercato, la terra rossa arsa dal sole e una vista stupenda lungo le curve che ti portano giù, a livello del mare.
Il primo pasto all'ombra delle piante dell'orto è stato un piatto di carbonara mentre ci raccontavamo le novità e i sospesi, in sottofondo solo gli uccellini e la brusca frenata del tempo che rallentava fino a perdere ritmi frenetici delle giornate da 48 ore, intense e faticose.

Poltrire, decidere quando mangiare dopo le 14 e prendere aperitivi alle 21. Trascinarsi dalla spiaggia alla piscina e dalla piscina al bar. Fare amicizie nuove e rafforzare le vecchie. Trovare un'armonia di coppia continua e tenera. Lanciare lo sguardo fin dove si perde, fino ad immaginare quali sono le terre nascoste dalla foschia, non trincerarlo dientro uno schermo del pc a pochi centimentri dal naso. Sorprendersi della pochezza di Panarea e apprezzare Lipari e Stomboli. Fare un corso di calabrese applicato cercando di apprendere che i verbi sono per di più al passato (che strana cosa di queste terre del sud) e l'aspirata non è così semplice ne da togliere nè da prendere. Lauti pasti, spuntini, qualche cockail in più e nessun caffè. Tanti tramonti seduti sulle sedie in plastica e nessun alba da vedere. Notti troppo corte e pisolini per recuperare. Costumi bagnati e profumo di crema abbronzante. Spiaggia, sassi, scogli e l'acqua che luccicava. Un falò poco attraente e punture di zanzare. Fresco della sera e afa sotto l'ombrellone. Balli latini dai testi improbabili e una Suite dove si balla. Bimbi con cui giocare e cani e chiavi perse. Mezza lezione di acqua gym e il tempo di leggere il giornale ogni giorno. Soffermarsi a vedere l'eclissi di luna e le partite di tennis o ping pong.

Adesso, con le batterie cariche, tocca solo ripartire con determinazione ed energia. Ed è quello che ho intenzione di fare.

lunedì 11 agosto 2008

Me ne vado in vacanza

Scarpe basse, pantaloncini, rossetti accesi.
La mia Metà e qualche amico fidato (di quelli che rimangono dopo le potature). Non voglio nulla di superfluo che appesantisca la mia valigia. Non voglio pensieri, impegni, preoccupazioni, scadenze, obblighi, domande, tensioni.
Tutti banditi dal mio bagaglio. Questo lungo ponte fra il 2007 e il 2008 è stato il periodo in cui ho fatto più cose in vita mia. Se provo ad elencarle me ne perdo sempre qualcuna, quando avrò una stima concreta ve la girerò.
E ora che la mia valigia è pronta, il risponditore automatico alle mail attivato infilo in borsa la Moleskine per appuntare le idee che solo nella spensieratezza vengono, e ci ritroviamo qui fra qualche giorno. Anche la data di ritorno, come le altre scadenze, è rimasta fuori.

Ah, ultimissima cosa: ho attivato il filtro per i commenti, necessitano della mia approvazione.
Ho voluto evitare anche questo potenziale pensiero.

M.Sans.

sabato 9 agosto 2008

Com'è piccolo il Web

Il Web è fondamentalmente piccolo e reale. L'ho scoperto di recente.
Può sembrare strano ed è ipotizzabile che a quest'ora della notte stragioni, ma la mia affermazione ha fondamento in episodi capitati nelle ultime ore.
Sembra così immateriale questo contatto di elettriche sinapsi con persone trincerate dietro uno schermo, e poi diventa saluti, appuntamenti di lavoro, caffè e amicizie. Concretezza.
Nelle ultimissime ore sono stata finalmente contattata da un ente a cui ho inviato il Cv per un colloquio faccia-a-faccia, una giornalista simpaticissima a cui si erano consumati gli zatteroni mi ha riconosciuta come Lemillebolleblu al tavolo di un ristorante e ho fatto amicizia con Alessandro e potenzialmente tutto il circuito commerciale che ha messo su e di cui oggi gestisco il blog.
Niente male per una settimana in cui l'Italia si ferma.

mercoledì 6 agosto 2008

Archiviato il caso Bossi: non è reato ministeriale

Un ministro della Repubblica compie un atto di vilipendio verso il Tricolore e il caso viene archiviato. Siamo proprio in Italia. D'altronde questi signori sono stati votati da una percentuale di italiani.

Bloggers in vacanza


Tutti i bloggers sono in vacanza: "ci prendiamo una pausa", "spengo il pc", "ci vediamo a settembre", e giù di lì. Se ci lavori o studi con il pc è normale volerti allontanare da questo attrezzo da tortura per un pò.
A mano a mano l'Italia si prepara allo stop generale come un ingranaggio che rallenta i giri, anche il web rientra in questo progressivo rallentamento, meno accessi, meno commenti, meno post, più cartelli "Torno subito".
E' un pò brutto vedere i blog che frequenti fermi a pagine di 15-20 giorni fa, ma a settembre (e il 1°settembre è anche un lunedì) sono sicura che sarà tutto un fiorire di idee e post.

Buone vacanze a tutti e se potete non perdete mai lo spirito critico, la voglia di informarvi e sapere, neanche in vacanza. Segnalate incendi e abbandono di animali su tutti, rimanete cittadini informati anche in vacanza.
Il numero per "Io l'ho visto" è 3341051030 segnalate con un sms l'ora e il luogo dell'avvistamento del cane abbandonato, i volontari lo recupereranno e gli daranno l'affetto che il padrone miserabile gli ha tolto.

Buone Vacanze

lunedì 4 agosto 2008

2008: L'estate dei divieti

Al Sud talvolta non vengono rispettati i divieti. Molto spesso si legge "è severamente vietato", come se fosse una cosa seria, non come un semplice "no".
Al Centro-Nord in questa estate sono comparsi divieti originali:
Non filmare i figli in piscina (Trento)
Non darti appuntamento con gli amici in un giardino pubblico la sera (Novara)
Non berti una birra all'aperto (Brescia)
Non fumare nei parchi-giochi (Verona)

Il più stupido è: Non fare il bagno a Sorrento e non raccogliere cozze a Napoli! In Campania il mare di oggi è infido come le strade di ieri.
Se riesci ad andare a Sorrento e resistere alla tentazione di un bagno allora sì che hai una rigida disciplina, per le cozze poi: meglio ne restano più per noi.

A questo punto vorrei aggiungere il mio personale divieto:

E' severamente vietato formulare divieti inutili.


(Corriere della Sera)

mercoledì 30 luglio 2008

De Crescenzo in concerto all'Arena Flegrea

Non vai a vedere un concerto di Eduardo De Crescenzo per vedere uno "spettacolo". Ci vai perchè sai che ti emozionerà, lui, la sua voce. Un uomo schivo e lontano dai canoni dello Star System, ma con una voce inimitabile e la sensibilità di chi mette in fila parole semplici che toccano il cuore.
L'ultimo album è datato 2003, La vita è un'altra, l'ultimo concerto in occasione della prima Notte Bianca a Napoli a Porta Nolana. I suoi fan però sono lì e rispondono in massa quando si concede nella notte dell'Arena Flegrea a chi non ha dimenticato le sue melodie.
Eduardo non concede fuochi d'artificio ma ogni canzone è un ricordo, un brivido, un'emozione che riprovi intatta alla prima nota. I primi brani sono dell'ultimo album, "Quello che c'è" e "La vita è un'altra". Subito dopo ripesca per la memoria sua e di chi l'ascolta: "C'è il sole". Seguono "E la musica va", "L'odore del mare".
Prima di iniziare "Cerca quella chiave" ferma l'orchestra e spiega - quella è la prima volta, delle due, che parla durante la serata - "questa canzone l'ho scritta nel '93 per gli adulti che hanno dimenticato di essere stati bambini, stasera la canto per Violetta e Cristina che si sono addormentate sulla spiaggia di Torregaveta". L'Arena commossa si alza in piedi.

Tante canzoni ma rimane sempre l'amaro di non aver ascoltato quel brano di De Crescenzo che porti nel cuore, "Naviganti", "Io ce credo", "Danza danza", "Amico che voli" e poi arriva lei: "Ancora". A chiudere "Le mani", "Il treno", "Dove c'è il mare". Due ore e mezzo di emozioni e ricordi sotto le stelle. La musica di De Crescenzo fa da colonna sonora alla mia vita, e di più a questa magica serata non potevo chiedere.

giovedì 24 luglio 2008

Oriana Fallaci e Un cappello pieno di ciliegie

Oriana Fallaci è stata una grande scrittrice. Di lei si parla nei più quotati manuali di giornalismo (Murialdi e Papuzzi per citarne due su tutti) come esempio della scrittura soggettiva. Ha commosso con Lettera ad un bambino mai nato, fatto arrabbiare i lettori della sua stessa rabbia dopo l'11 settembre, vivisezionato i grandi della terra che ha intervistato, fatto vivere a chi restava a casa le guerre del mondo che ha vissuto sulla sua pelle.
Poi un cancro l'ha consumata fino a che non si è spenta nella sua Firenze nel 2006. Le ultime invettive sono state dure e forti, di una donna che non si è mai arresa.

Adesso viene pubblicato postumo un romanzo in cui la storia si intreccia con la sua famiglia, Un cappello pieno di ciliege. Il romanzo aveva subito un brusco stop dopo l'attentato dell'11 settembre: «Superato il trauma mi dissi: devo dimenticare ciò che è successo e succede. Devo occuparmi di lui e basta. Sennò lo abortisco. Così stringendo i denti, sedetti alla scrivania. Ripresi in mano la pagina del giorno prima, cercai di riportare la mente ai miei personaggi. Creature di un mondo lontano, di un’epoca in cui gli aerei e i grattacieli non esistevan davvero. Ma durò poco. Il puzzo della morte entrava dalle finestre».
Adesso che viene pubblicato, non possiamo fare a meno di attenderlo con ansia, per leggere ancora la magia della scrittura di Oriana e immaginare ancora i suoi occhi resi duri dall'eye liner sui fogli del manoscritto.


mercoledì 23 luglio 2008

Pur di scrivere qualcosa

Su Panorama, pur di far pettegolezzo scrivono che Angelina Jolie ha preferito l'inseminazione artificiale al marito Brad Pitt. Notoriamente le donne che non vogliono contatti con i propri partner ma vogliono figli da questi ultimi ricorrono alla fecondazione in vitro: Ma vedete un pò se si possono scrivere queste stupidaggini.

lunedì 21 luglio 2008

Il bilancio di un anno da Dottoressa

Ormai sono passati più di 365 giorni da quando mi sono laureata, con lode e in Sociologia.
Era una giornata perfetta. Il 16 Luglio di un anno fa in un tailleur di lino sono andata a discutere nella facoltà di Sociologia della Federico II la mia tesi di laurea dal titolo: Il potere dei referendum, fra democrazia diretta e rappresentativa: il caso del referendum sulla fecondazione umana assistita.

Con me c'era la mia famiglia e i miei amici, mi hanno sostenuto nei momenti di tensione e hanno gioito con me quando tutto è andato ancora meglio delle più rosee aspettative. E' stato come se tutto andasse semplicemente a incastro con naturalezza. Non sentivo caldo, non avevo timore, il tempo è passato in un lampo. Poi papà mi ha allungato la bottiglietta di acqua, un attimo dopo era il mio turno. Il dibattito è stato vivace e stimolante, la commissione era coinvolta dal mix di argomenti bioetici e politologici.
Il ritiro della commissione è durato 5 minuti, la proclamazione è arrivata solenne e liberatoria.
L'emozione era tale che non so come mi sono ritrovata in cortile con le persone che amo e il tappo dello spumante aperto da papà è volato altissimo. L'ho preso come un buon augurio per il futuro. Mamma aveva comprato i miei dolci preferiti e Antonio i miei fiori preferiti, sono state scattate decine di foto e fatti migliaia di sorrisi.
Mio fratello aveva una camicia azzurra, insieme siamo andati a salutare la mia relatrice (la correlatrice mi aveva a lungo abbracciata dopo la proclamazione) che era sparita nella stanza davanti alla quale ho atteso lunghe ore per il ricevimento settimanale durante la stesura della tesi. Ho bussato timidamente come tutte le volte e sono stata travolta da una professoressa diversa dal solito, sorridente e affettuosa che soddisfatta mi ha augurato: "In bocca al lupo". La nonna ci aspettava a pranzo per accogliere la prima nipote laureata e vantarsene con le amiche.
Il caldo, l'emozione, la tensione che si scioglieva. Non è stato un solito tornare a casa, è stato più come volare.

La festa c'è stata quando iniziavo a rendermi conto che ce l'avevo fatta. Anche lì, tutto perfetto. Anche il vento era perfetto, l'aria perfetta, l'acqua del mare, il tramonto sulla spiaggia e il gazebo costruito da papà. Tutto perfetto.

Laurearmi mi aveva messo addosso tanta voglia di fare, mettere in pratica quello che avevo imparato. Ho amato i miei 36 esami, mi è piaciuto quello che ho appreso e il percorso che ho fatto. Però questo cammino non mi ha lasciato molta scia sulla quale continuare.
Mi è stata data una Laurea Specialistica in cui non credo, "se proprio vuoi continuare", concorsi a cui con la Laurea Triennale non posso accedere. Ci sono Master che costano cifre a quattro zeri e tante fregature in cui cercare di non cadere.
Così rimboccandomi le maniche ho fatto decine di cose in quest'anno. In questi 365 giorni post-laurea ho fatto più cose che negli ultimi 5 anni.
Ho mandato migliaia di mail e decina di Cv, fatto colloqui e ricevuto complimenti, ma senza ricevere il posto perchè era destinato a laureati con vecchio Ordinamento. Ho scovato Corsi d'inglese e Borse di studio. Mi sono arrabbiata per il dramma della mia Terra e ho cercato di capire e spiegare. Ho fatto il factotum in radio, scritto un centinaio di articoli su 3-4 testate diverse. Ho fatto il doposcuola a dieci ragazzi fra i 13 e i 18 anni cercando di farli appassionare almeno ad una materia e provando a fargli spegnere la tivvù a favore di un libro. Ho fatto interviste e conosciuto persone nuove e diverse: Raffaele Del Giudice, Valeria Parrella, Antonio Marfella, Alessandro Gassman, Simona Bassano di Tufillo, ragazzi al Comicon e bambini a Città della Scienza.
Ho fatto viaggi, di piacere e "per dovere". Il Salento, Capo Vaticano, Praga, Firenze, Perugia, Sorrento. Ho visto opere d'arte meravigliose e bambini educatissimi. Ho visto la mia metà laurearsi, ricevere una Menzione speciale e diventare Direttore di un giornale: nano. Abbiamo intrapreso questa nuova e meravigliosa avventura, giunta oggi al terzo mese di pubblicazione. Ho provato l'emozione di imparare a cantare e quella di stare su un palco in piazza a presentare. Mi sono sentita dire da un consulente del Ministero del lavoro che faccio troppe cose e un anno dopo tutto sommato il bilancio è comunque positivo. D'altronde come dice la nonna: "Chi fraveca e sfraveca nun perde maje tiemp".

venerdì 18 luglio 2008

I referendum di Grillo

Ci sono degli aggiornamenti sui referendum proposti da Grillo. I pacchi contenenti le firme utili - raccolte il 25 aprile - hanno fatto un altro passettino del lungo iter referendario approdando alla Corte Costituzionale. Ad ottobre si saprà se sono ammissibili.
Il resoconto qui.

martedì 15 luglio 2008

nano di Luglio

Nano, il nuovo free press napoletano è disponibile con il numero di Luglio, lo trovate in una trentina di locali e luoghi di ritrovo della movida partenopea come:

il Kestè di Largo San Giovanni Maggiore al Centro storico, il cinema Modernissimo a via Cisterna dell'Olio, l'Arenile di via Coroglio, la Casa della Musica in via Barbagallo, il Museo Minimo in via San Vincenzo, il Burnin in via San Sebastiano Conca, il Lido Arturo a Portici, il Lido Turistico a Bacoli, il Corcovado e il Mojito a via Bausan, e molti altri ancora.

mercoledì 9 luglio 2008

Su Radio F2 alle 17.00

Oggi intervisterò Simona Bassano di Tufillo, in arte Sbadituf, a Radio F2, durante l'approfondimento di Notecologiche il mio progetto "green".
Simona è l'autrice di Star Trash, Sacchetti in mondovisione (queste sono alcune delle vignette tratte dal libro edito da Lavieri, 2008).


Per ascoltare la puntata dalle 17.00 collegati su www.radiof2.unina.it e clicca sul banner in alto a destra "ascolta".I
l blog di riferimento del progetto è www.notecologiche.blogspot.com.

lunedì 7 luglio 2008

Il ricordo di Londra 3 anni dopo

Di sicuro il 7 luglio 2005 è stato il giorno più lungo della city e ei suoi abitanti. Da sempre Londra è una città contrassegnata da forza e opulenza.

La capitale inglese attualmente conta 7,3 milioni di abitanti, pari alla somma della popolazione di: Roma, Parigi, Bruxelles e Vienna. Ben il 7,5 per cento di questi sono nati al di fuori dell’isola o immigrati. In quest’ottica un groviglio di interrogativi ci si pone da dipanare dopo che quattro ragazzi con passaporto british hanno seminato morte e terrore con gli attentati del 7 luglio 2005.


Il capobanda Mohamed Silique Khan era un maestro per bambini disabili. Shehzad Tanweer che si è fatto saltare sulla Circle Line era “orgoglioso di essere britannico”, giocava e cricket e il padre si guadagnava da vivere in Inghilterra vendendo fish and chips. Hasib Mir Hussain - appena 18 anni – viene ricordato dai suoi compagni di classe come simpatico e gioviale. Germane Lindsay, giamaicano convertito all’Islam, era un padre e marito affettuoso.

Eppure. È l’ora di punta nel brulicante tube quando i kamikaze entrano in azione. Sono le 8.49 e una bomba esplode nella metropolitana alla stazione di Aldgate. Solo qualche minuto dopo la sequenza del terrore continua ad Edgware road e di seguito a King's cross. Un'ora dopo, un bus a due piani salta in aria a Russel Square.

All’inizio le autorità si tengono caute, parlano di guasto e poi di incidente: “accident” è la scritta in bianco su sfondo rosso della Bbc. Le strade sono invase da persone che cautamente e dignitosamente silenti attraversano la città a piedi cercando di tornare a casa e di avvisare casa anche solo per dire: “stiamo bene”.



Questo il 5 luglio del mondo, ma lì vicino a quelle stazione della metro c'ero anch'io.
Erano 20 mila gli italiani a Londra quel luglio 2005. I miei amici ed io eravamo atterrati 7 giorni prima all’aeroporto di Stansted scanzonati come non mai. Accolti dalla caratteristica pioggerellina di una città di cui conoscevamo il Big Ben visto in foto e il film Notthing hill, la city. Sistemati i bagagli nella casa con il pavimento di moquette e le mura bianche che ci avrebbe ospitato, ci siamo diretti alla stazione più vicina con l’obiettivo di comprare l’abbonamento per la metropolitana. A disposizione tutta la zona 1 della città per una settimana, scadenza: 7 luglio 2005.

C’è stato tempo per i muffin allo Starbuck’s coffe, per l’english breakfast a Notting Hill, per Hyde Parke e il suo Live 8, fino al London Eye. Su nel cielo a 135 metri su di una ruota panoramica che sovrasta Londra, a vederla tutta questa città così bella che ti ha conquistato in così poco. Impossibile resistere all’impulso di immortalare come puoi quello che vedi, quello che senti in quel bossolo di vetro dove il tempo si ferma e lo spazio è uno solo soltanto: Londra. Vorresti ricordare tutto per sempre, vorresti che attraverso ciò che puoi ricordare gli altri vivessero e rivivessero quegli attimi senza perdere il benché minimo dettaglio. Proprio nello scattare decine di foto accade l’imprevisto. Simone, uno dei miei compagni di avventura, sente un dolore lancinante al ginocchio alzandosi dall’ultimo scatto con la macchina fotografica. La diagnosi: rottura del menisco. Non sapevamo ancora che fosse questo quello che lo faceva star male, sapevamo solo che l’ultimo giorno di abbonamento alla metropolitana non l’avremmo sfruttato. Non sapevamo che ci avrebbe salvato la vita.

Il mio 7 luglio è iniziato così, con il fresco inglese e un’abbondante colazione italiana. Ignara di quello che a un soffio da me stava succedendo rispondo al telefono, dall’altra parte si accertano del fatto che siamo a “casa” e mi parlano di guasto, di incidente. Il resto della mattina è stato tra brividi di freddo e la piccola televisione che mandava e rimandava le immagini di questo guasto-incidente e solo poi attentato. Ci sono tratti di quella giornata che non riesco a ricordare, che forse non voglio ricordare. La sensazione era quella di stare in un’immensa bolla che ci separava dal resto in maniera impercettibile ma poteva scoppiare da un momento all’altro.

Ci sono parole inglesi che sono scolpite in calce nella mia memoria e che non potrò mai dimenticare: missing, bomb, allert…
Incapaci di tutto e salvi con l’insicurezza che bussava sempre più alla porta, si affacciava sul vialetto, si attaccava alle mura tinte di fresco della laundry di fronte casa. “Ministero degli esteri: se siete a Londra contattate parenti e amici” questo è fra i tanti sms arrivati sui nostri telefoni cellulari ore dopo l’attentato, quando la situazione delle linee telefoniche si è sbloccata. Messaggi a cui rispondevamo ma senza la certezza di dare sollievo in Italia perché le comunicazioni erano rarefatte e difficili.

La televisione e la radio erano sempre accese, erano gli unici due mezzi che avevamo a disposizione per sapere qualcosa dall’esterno ma senza averci a che fare. La televisione paradossalmente con le sue immagini inquietanti ci aiutava di più, quello che volevamo era capire. Perché non avevamo mai visto una convivenza così pacifica tra culture diverse che si rispettano e stanno attente a non invadere i rispettivi spazi. L’immagine che mi è rimasta più impressa è quella di un centro commerciale e della sua lunga fila di casse e cassiere: una ragazza di colore con le treccine, una biondina tipicamente inglese, una ragazza asiatica, un’altra con il velo a coprirle i capelli.

Continuavamo a sentire le sirene, ed erano polizia, ambulanze, pompieri. Continuavano a suonare, giorno e notte, dandoci un senso di smarrimento, ma eravamo decisi a vincere il timore di uscir di casa e poi a Simone servivano medicine e stampelle. Due giorni dopo ci siamo fatte forza e Noemi ed io abbiamo varcato il portone di “casa”. Tutto sembrava essere immutato, addirittura un pallido sole faceva capolino fra le nuvole. La normalità era quasi assordante. Le persone come sempre al Salinsbury a fare la spesa, cordiali e irremovibili come sempre. Gli inglesi avevano subito l’attacco ma non intendevano darla vinta agli attentatori, 700 persone coinvolte e 53 morti, ma il giorno dopo, loro, erano di nuovo in piedi.