sabato 31 gennaio 2009

Sette Vite, Muccino e Smith di nuovo insieme

Appena una stelletta e mezza assegnata dal critico Lou Lumenik per Sette anime sul New York Post. Un po’ poco per il film che vede di nuovo insieme Gabriele Muccino dietro la macchina da presa e Will Smith come protagonista, dopo La ricerca della felicità (2006).

Il pubblico premia – il film è al secondo posto negli incassi Usa - e la critica demolisce. Un copione già visto. La pellicola in America è vietata ai minori di 13 anni non accompagnati e nel primo weekend di programmazione nelle sale ha incassato 3.896.159 euro. Il titolo italiano, come spesso succede, non traduce perfettamente il significato di “Seven Pounds” che sta per sette libbre e fa riferimento al pound of flesh (una libbra di carne umana) che “il mercante di Venezia” shakespeariano chiedeva ad Antonio per estinguere il suo debito.

Seven Names. Seven Strangers. One secret” dietro questo trailer il candidato all’Oscar Will Smith è nei panni di Ben Thomas, un agente dell’IRS logorato dall’aver commesso un irreparabile errore: aver causato la morte di sette persone in un incidente stradale. Ben non riesce a darsi pace e schiacciato dai sensi di colpa inizia un cammino di redenzione nel quale cambierà la vita a sette persone. Per farlo però prima osserva le loro vite e valuta se le loro anime meritano di essere salvate. E qui si incastra il tassello romantico del film, entra in scena di Emily, una delle sette anime di cui il protagonista decide di prendersi cura, interpretata dalla bellissima attrice Rosario Dawson. La donna malata di cuore, sarà capace di donargli proprio quell’amore che lui pensava di aver perduto per sempre. Emily lo metterà di fronte ad un bivio: tornare a vivere o lasciar vivere.

Il regista Muccino parla di una vicenda simbolica, cupa, estrema, sul potere salvifico dell’amore, una storia dura da digerire e che una volta alzati dalla poltrona del cinema continua a scorrerti dentro. Il montaggio lascia molto spazio al non detto, al celato e la trama per metà del film rimane non chiara. Ma proprio tutta questa suspance lascia gli spettatori incollati allo schermo per tutta la durata del film.

Per quanto riguarda Will Smith, l’interprete dopo la redenzione economica del broker Chris Gardner, che intendeva la felicità come ricchezza in La ricerca della felicità, indossa i panni di questo Ben Thomas che stavolta è alla ricerca di redenzione spirituale che metta a tacere il dolore provocato e il rimorso. Negli occhi scuri di Smith durante i 125 minuti del film passano tante sfumature di emozioni, dall’angoscia alla commozione: “in sette giorni Dio creò il mondo, in sette secondi io ho distrutto il mio”. Insomma una nuova ricerca per l’ex Principe di Bel Air che parla del film come “un’opportunità di raccontare una storia sul fondamentale tema umano che continua ad affascinarmi: come riescono le persone a superare dei grandi traumi? Come fare ad andare avanti quando tutto va storto? In questo senso, Sette anime è una storia di redenzione, che ha anche un finale decisamente inaspettato”.

martedì 27 gennaio 2009

Notecologiche, dove siamo un anno dopo

Un piccolo progetto intrapreso con amore in un pessimo momento per la terra in cui affondano le mie radici. E un anno dopo lo trovo segnalato sull'Unità. E' una soddisfazione personale voltarmi indietro e vedere quanta strada questo progetto partito dal nulla ha fatto, e spero che sia servito ad informare e mettere in comunicazione quanti, questa città vogliono guardarla rifiorire anche sotto il punto di vista ambientale.

Da oggi c'è una pagina su facebook che raggruppa le immagini delle interviste e gli "amici" nuovi e vecchi. Perchè quando siamo partiti numerosi ed entusiasti Raffaele Del Giudice ci disse "fate rete" e quel monito non l'ho mai dimenticato.

Un "grazie" ad Antonio: preciso, attento e puntuale redattore, con cui adesso condivido questo progetto e la mia vita.

giovedì 22 gennaio 2009

Il risultato della legge 40?

Si moltiplicano i ricorsi in tribunale e calano le nascite. Non sarebbe ora di avviare una discussione seria con persone competenti e mettere fine a questo ottuso groviglio di leggi?

(la Repubblica)

lunedì 19 gennaio 2009

Effetto "Costa Crociere" dopo Parigi

L'anno non poteva iniziare meglio. L'8 gennaio sono partita con la mia metà verso la metà più romantica del mondo: Parigi. Il bagaglio era scevro di condizionamenti, pieno solo di sciarpe e cappelli. Un occhio al meteo e una sfogliata alla guida, appena fuori all'aereoporto di Orly ho respirato un'aria nuova, che mi metteva euforia e allo stesso tempo serenità. Voglia di non pensare a nulla e di riempirmi gli occhi di tanta bellezza.

La città era coperta da uno strato di neve, la temperatura si attestava intorno allo zero. Un bus ci ha accompagnati dalla più grande sorpresa del viaggio, il nostro amico Marco. Gli siamo piombati così invadendo casa, città, lavoro, pranzi, cene e tutto il resto. All'inizio seri, poi a mano a mano in tre dimostravamo 15 anni appena. E ci siamo divertiti che più non si poteva.

Appena il castello di Disneyland si è profilato all'orizzonte uno dei bambini con noi sul grosso bus rosso ha esclamato: "e che ci sta e special?!", (!) evidentemente qualcosa nel meccanismo pedagogico non ha funzionato. Io ne sono rimasta incantata, non sapevo quale angolo di tutta questa magia scegliere come mio preferito. E così il primo giorno dopo la partenza lo abbiamo trascorso a Disneyland (non EuroDisney!). Il freddo non ci ha fermati, semmai esaltati ancor di più. Disneyland è un mondo incantato e parallelo che poco ha a che fare con la realtà. Ti emozioni a vedere gli occhi dei bambini, vecchi cartoni animati e ascolti tutto il tempo le colonne sonore dei film della tua infanzia. Poi mentre a mano a amano si accendono le luci del castello e Topolino saluta, si cementano amicizie.

Parigi, Parigi, l'abbiamo vista solo il giorno seguente. Di buon ora ci siamo messi in marcia e la primissima cosa che abbiamo visto è stata: Notre Dame, la cattedrale più grande che abbia mai visitato. Una visita alla biblioteca antica, un pranzo veloce e poi il mastodontico Louvre (perchè non fittano delle bici per girarlo?), per scoprire che la Gioconda è un piccolo quadretto neanche tanto bello, che se lo tengano pure i francesi.
La Tour Eiffel no, bella e imponente, lei che con grazia toca il cielo e lo fa toccare anche a te se lì sotto baci la persona amata.

Il terzo giorno (di sole) siamo partiti da Pigalle e il Moulin Rouge, poi abbiamo lasciato le donnine nude e papere (mi sto ancora chiedendo a cosa servano) e siamo andati al Sacro Cuore salendo interminabili scalini. Ma alla vista del paesaggio tutto questo sforzo è stato ampiamente ripagato.
L'area di Parigi ancora sconosciuta era quella degli Champs Eliseès, e non siamo mancati. Dall'Arco di Trionfo fino al Louvre nuovamente, passando per i Megastore (mega sul serio!) fin sopra la ruota panoramica per ammirare tutta la città al tramonto (sì ma detto fra di noi 4 giri sulla ruota son troppi).

L'ultimo giorno siamo tornati a Disneyland per vedere il magnifico Cinemagique e lo spettacolo con le auto e moto e, soprattutto, per fare incetta di souvenir per portare a casa un pò di questo viaggio. Shopping ossessivo-compulsivo per placare la malinconia della fine di questa stupenda vacanza. E al ritorno? Una pura sindrome "Costa Crociere", avete presente la pubblicità? Ecco così, e dura ancora oggi!

Il video della premiazione di "Scienziato per un giorno"

Un ricordo "cinetico" di questa bella giornata.

venerdì 16 gennaio 2009

Scienziati, per qualche giorno

Oggi si è concluso un importante progetto con Città della Scienza. Siamo partiti in sordina lo scorso settembre. Mi ricordo una telefonata del referente, fra il formale e l'informale, mentre ero in un museo ad Urbino. E sorrido se penso a come ci siamo affezionati ad Ernesto. Dico affezionati perchè in questo progetto ho avuto accanto delle persone speciali, non avrei potuto scegliere meglio, e lo scrivo con orgoglio: Antonio, Mattia e Giuseppe.
Il progetto prevedeva incontri preventivi con i ragazzi delle scuole, con lezioni, questionari, insomma una preparazione all'evento vero e proprio: l'incontro con gli scienziati, quelli veri, nei centri d'eccellenza campani. Dal 21 al 28 si sono svolti gli itinerari scientifici.
Da un lato preparavamo i ragazzi con l'aiuto indispensabile delle professoresse (qualcuna adorabile qualcun altra meno) e dall'altro ci interfacciavamo ai referenti: gran cervelli e ottime persone.
I ragazzi per classe hanno preparato dei report e oggi c'è stata la premiazione dei migliori. Erano tutti emozionati, la sala Newton gremita, la macchina ben oleata di Città della Scienza tutta in moto in questa strana giornata di sole. E tutto è andato per il meglio, che più di così non si poteva.
E visto che questo è stato un successo, ringraziati tutti quelli che hanno reso possibile questo grande evento, voglio dedicare questo momento bello a te nonno, che te ne sei andato quando questo bel cammino era in corsa.

M.

sabato 3 gennaio 2009

Quel che l'uomo di bronzo scrive sull'acqua


Mi è piaciuto far capolino sulla spalla di quest'uomo di bronzo nel bel mezzo di Piazza del Plebiscito. Lui e altre sei vasche. Lui imperterrito che continuava a scrivere qualcosa sull'acqua vestito di tutto punto, io che spiavo oltre il bavero della sua giacca. Ho immaginato che scrivesse un diario sulla città. Un racconto appassionato dei suoi giorni a Napoli da quella prospettiva privilegiata. Un lungo soliloquio di meraviglie e tragedie: sarebbe bello leggerlo e dargli una mano a scriverlo.

venerdì 2 gennaio 2009

Perchè Carlo Conti?

Aldo Grasso su Repubblica si chiede quello che mi sono sempre chiesta anch'io quelle rare volte che mi trovo davanti alla tivvù: perchè Carlo Conti conduce tutti questi programmi televisivi?
Le risposte sono interessanti.

giovedì 1 gennaio 2009

L'album dell'anno vecchio il primo giorno dell'anno nuovo

Venti Gallery su Repubblica.it per raccontare l'anno appena trascorso, da Obama alla Betancourt tutto quello che il 2008 ha consegnato alla Storia. C'è anche la Campania: con l'emergenza rifiuti e la strage di Castelvolturno.
Speriamo che il 2009 sia profondamente diverso.
Buon Anno.