giovedì 6 settembre 2012

Una settimana senza che mi ha dato molto di più

Senza internet. Senza Facebook e Twitter. Senza giornali o tv. Solo un po' di radio. Senza accendere un computer, mettere una password, lanciare un programma. A Circa 3000 chilometri da casa. A un certo punto mi si è anche spento il cellulare. Niente chiamate o messaggi. Non ricordavo neanche più come funzionasse questo oggetto un po' vintage e difficilmente rintracciabile: la cabina telefonica.

Il primo giorno è stato fastidioso, un qualcosa che non sapevo spiegare, sia fisico che psicologico. Una improvvisa interruzione della routine e delle abitudini. Pian piano però ho notato che iniziavo a ricordare di più, a fare pensieri più elaborati, a venirmi in mente trame per racconti o ricordi più vividi. Mi è venuta voglia di oziare e di annoiarmi, perchè in quella condizione inedita il nostro cervello si defremmenta e fa spazio. Mi sono resa conto di quanto tempo inutile investiamo a farci i fatti degli altri, guardare che fanno e come lo fanno da dietro a uno schermo, quanto poco invece investiamo sul serio nel vedere gli amici o raccontarci sul serio a qualcun altro.

Sono tornata e avevo 300 e-mail, la maggior parte delle quali inutili. Una decina di queste, importanti, hanno retto benissimo a questa mia assenza. Dovremmo fare le cose senza ansie. Spegnere i mondi virtuali e far vivere quelli reali. Prenderci tempo e dedicarci a quello che conta davvero.

E quindi dopo le 8 ore di lavoro, spento il pc non lo riaccendo più. Non si inseriscono password il sabato o la domenica. Più tempo all'aria aperta e a farsi venire le idee, incuriosirsi, cimentarsi in esperienze diverse.
Il mondo può aspettare. 

martedì 4 settembre 2012

10 cose che non dimenticherò del Portogallo

1. Le rocce a picco sull'Oceano Atlantico di Sagres e Capo San Vincenzo. La sensazione di immenso e l'orizzonte infinito.
2. Un bicchiere di Porto a chiudere una settimana di spostamenti e sorprese. Ginjinha a più riprese [Aggiunta del 5 settembre, grazie Ale].
3. Gli azulejos e le decorazioni della maiolica in blu cobalto, così contaminate sia da Oriente che da Occidente.
4. Il monumento ai conquistadores. Una imponente spada piantata nell'azzurro sullo sfondo di un ponte rosso modello Brooklyn e il Cristo Rei copia di quello brasiliano.
 5. Il bagno nell'Oceano, nel momento in cui prendi coraggio per tuffarti, ne stai già trovando altre per uscire dall'acqua.
6. Pasteis de nada e cataplana. La prima una simil sfogliatella buonissima con la crema e la sfoglia (da mangiare però nei pressi della Torre di Belém), la seconda un recipiente tipico portoghese dove cuocere pesce e molluschi.
7. La difficoltà di spedire delle cartoline. Invano abbiamo cercato cassette dove imbucarle fino all'aeroporto.
8. L'allarme antincendio dell'Hotel che suona alle 2 di notte, perché qualcuno ha avuto l'idea di farsi un toast in camera.
9. Essere accolti ad Albufeira da gente che balla sui tavoli, luci al neon e musica a tutto volume.
10. Ritardo cronico dei mezzi pubblici portoghesi e 12 ore di viaggio per rientrare.


Una cosa divertente che non farò mai più. 
Qui l'album con le foto.