giovedì 6 novembre 2008

Ok, basta. Vado via.

Oggi ne ho abbastanza più che mai di questa città e non sono neanche uscita di casa.
Napoli è una città violenta e sporca. I suoi abitanti si incattiviscono ogni momento che salvi riusciamo a fare un passo. Vecchi e bambini hanno la faccia contratta in smorfie incazzate e dure. Non c'è nulla che vada nel verso giusto, nessuna ancora a cui aggrapparsi. Nessun sole, mare che tenga. Scura, brutta e interminabile appare la nottata.

E non voglio restar qui a perdere chances e indurirmi anche io. Non mi illudo di poter trovare un lavoro, casa, giardini pettinati e uccellini altrove, ma mi auguro di poter uscire di casa e non dovere avere occhi dappertutto mentre con il coltello in mezzo ai denti pronta a difenderti sto a contare tutte le anomalie di questa città a la maggior parte delle persone si è abituata credendole normalità.
Cosa ha di normale una città in cui poco più che dei bambini passano il loro tempo in sale giochi dopo la mezzanotte e vengono gambizzati? O una città in cui in pieno centro puoi essere scippata e ridotta in fin di vita. Questi ragazzini non sono recuperabili, mele marce come le loro madri che li hanno partoriti, come le famiglie che li hanno "allevati", pronti a far danni e a infettare anche le mele sane.
E me ne frego di un sindaco che non merita neanche la maiuscola, che con la sua voce stridula e la sua fascia tricolore inutile condanna un "atto gravissimo" e se ne sta al caldo di Palazzo San Giacomo. Abbia la decenza di andar via prima che alle prossime elezioni chiunque si presenti - compreso uno spaventapasseri o un neofascista - ci sia un plebiscito a suo favore.

Wind of change

La mattina del 5 novembre ho acceso la tv in cucina, non lo faccio mai. Gerardo Greco stava raccontando la notte più speciale della nazione più importante del globo.
Ho pensato per un momento che non ce l'avesse fatta a diventare il 44° Presidente degli Stati Uniti, poi ho avuto la conferma che il giovane, intelligente, democratico Barack Obama aveva vinto le elezioni con un ampio margine. E allora mi sono commossa. L'America cambia pagina e tutto questo non può che riflettersi sul mondo intero. Cavoli che Nazione è quella, mi stropiccio ancora gli occhi incredula ma felice.
Ora sì, Yes, we can.
...non ha un fratello mezzo italiano Obama?