Senza esagerare si può dire che la legge 40 sulla fecondazione umana assistita, faccia acqua da tutte le parti.
Ha mostrato i suoi limiti sin dall'inizio, difatti dopo l'approvazione della legge si è subito messo in moto il comitato referendario per abolire i quattro punti critici della legge, ma tralasciamo il fatto che i cittadini italiani abbiano risposto con il 75% di astensionismo a questi referendum.
La legge 40 è un groviglio divieti che nel primo anno di applicazione (il 2005-2006) ha portato all'aumento di gravidanze plurigemellari e alla diminuzione dell'efficacia della tecnica. La legge limita l'accesso alla tecnica a “coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”.
Vietata la fecondazione eterologa (è possibile solo con gameti provenienti dalla coppia stessa, è escluso un donatore), post-mortem, la crioconservazione (congelamento degli embrioni). Il prelievo degli ovuli ha precise regole, tre per ogni stimolazione ovarica, e tutti devono poi essere impiantati.
La cosa più controversa è il divieto di diagnosi pre-impianto, per la "tutela dei diritti dei soggetti coinvolti" e qui intendiamo dire che un embrione ha i medesimi diritti di una donna. Quest'ultima parte della legge entra in evidente conflitto con la legge 194 che regolamenta l'interruzione di gravidanza. I tre ovuli fecondati devono essere impiantati tutti e tre (ecco perchè aumento di parti plurigemellari) anche se i genitori sono portatori di malattie genetiche, solo dopo con delicate analisi nel caso in cui si scopra che il bambino è affetto da malattia si potrà abortire.
Non è una totale idiozia questa?
Almeno su questo qualcosa si muove, l'ex Ministro della Salute Livia Turco l'11 aprile scorso (giusto in tempo utile) ha firmato un decreto che oggi esce sulla Gazzetta Ufficiale.
Vengono eliminati i commi che vietavano la vietavano la diagnosi preimpianto, dopo diverse sentenze di più tribunali, pronunciatisi contro.
In più, e anche a questo ci si poteva arrivare prima, è stato concordato che le coppie che si affidano alla tecnica abbiano adeguato sostegno psicologico. "prima, durante e dopo l'effettuazione delle tecniche o anche a seguito del fallimento delle stesse".
Era ora.
Ha mostrato i suoi limiti sin dall'inizio, difatti dopo l'approvazione della legge si è subito messo in moto il comitato referendario per abolire i quattro punti critici della legge, ma tralasciamo il fatto che i cittadini italiani abbiano risposto con il 75% di astensionismo a questi referendum.
La legge 40 è un groviglio divieti che nel primo anno di applicazione (il 2005-2006) ha portato all'aumento di gravidanze plurigemellari e alla diminuzione dell'efficacia della tecnica. La legge limita l'accesso alla tecnica a “coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”.
Vietata la fecondazione eterologa (è possibile solo con gameti provenienti dalla coppia stessa, è escluso un donatore), post-mortem, la crioconservazione (congelamento degli embrioni). Il prelievo degli ovuli ha precise regole, tre per ogni stimolazione ovarica, e tutti devono poi essere impiantati.
La cosa più controversa è il divieto di diagnosi pre-impianto, per la "tutela dei diritti dei soggetti coinvolti" e qui intendiamo dire che un embrione ha i medesimi diritti di una donna. Quest'ultima parte della legge entra in evidente conflitto con la legge 194 che regolamenta l'interruzione di gravidanza. I tre ovuli fecondati devono essere impiantati tutti e tre (ecco perchè aumento di parti plurigemellari) anche se i genitori sono portatori di malattie genetiche, solo dopo con delicate analisi nel caso in cui si scopra che il bambino è affetto da malattia si potrà abortire.
Non è una totale idiozia questa?
Almeno su questo qualcosa si muove, l'ex Ministro della Salute Livia Turco l'11 aprile scorso (giusto in tempo utile) ha firmato un decreto che oggi esce sulla Gazzetta Ufficiale.
Vengono eliminati i commi che vietavano la vietavano la diagnosi preimpianto, dopo diverse sentenze di più tribunali, pronunciatisi contro.
In più, e anche a questo ci si poteva arrivare prima, è stato concordato che le coppie che si affidano alla tecnica abbiano adeguato sostegno psicologico. "prima, durante e dopo l'effettuazione delle tecniche o anche a seguito del fallimento delle stesse".
Era ora.
Nessun commento:
Posta un commento