Siamo ostaggi di un manipolo di violenti che nel rovesciare rifiuti e chiudere le strade agli altri trova la sua dimensione. Non so se mi fanno più schifo loro che sbraitano contro chi vorrebbe uscire o entrare dalla zona Chiaiano-Marano-Mugnano per tornare a casa o andare a lavorare, o le forze dell’ordine con i loro posti di blocco in zone tranquille a
Nessuno che si occupi più di come la libertà, la salute – diritti fondamentali dell’uomo – siamo per noi fortemente in forse, quaggiù.
Stamattina per andare a via Partenope ho dovuto arginare la “zona rossa” e prendere la linea 1 da Scampia. Nessuno è salito a Chiaiano. Per tornare a casa mia stasera ho dovuto fare il giro del mondo. All’altezza dell’incrocio fra
Poco distante da questo presidio a due incroci, quello dell’ospedale Monaldi e di Marano verso i Camaldoli, c’erano rispettivamente due volanti dei Carabinieri e una della Polizia.
Tutto intorno lo scempio continuava, i rifiuti erano stati sparpagliati lungo le strade e i marciapiedi. Per strada nessuno. Uno spicchio di luna illuminava questo pessimo quadro senza il Golfo.
Capisco e comprendo che i criteri di notiziabilità subiscono un profondo mutamento davanti al protrarsi di una situazione d’emergenza, ma non condivido. La velina o la pubblicità shock di turno non possono avere più importanza del fatto che qui stiamo vivendo una guerra civile.
La tensione è salita esponenzialmente in queste ore, e non potrà salire per sempre. Prima o poi questa pentola a pressione in cui viviamo e a cui siamo assuefatti esploderà e non travolgerà solo i napoletani.
2 commenti:
E allora servono le persone come te, a documentare questo scempio. Come non ci siano più regole, e come sia diventato impossibile vivere a Napoli.
Al ritorno i carabinieri avevan fermato una coppia, giovane, su una pandarella. Che delinquenti, mamma mia.
Fabio Fabbrini
Giovedì, 08 Maggio 2008
La lettera della signora Sansone
Gentile Signora, la Sua lettera è bellissima. La condivido tutta, dalla prima all'ultima parola. Vorrei averla scritta io. La guerra civile di cui Lei parla, taciuta ad arte per quieto vivere, è quella in corso tra coloro ai quali è stato (forse erroneamente, dobbiamo domandarci a questo punto?) insegnato di vivere nel rispetto del prossimo e di alcuni imprescindibili valori fondamentali di convinvenza civile, e coloro ai quali viene, viceversa, giorno per giorno consentito di fare impunemente tutto ed il contrario di tutto, testimoniando così alle giovani generazioni che la prevaricazione, la violenza e l'abuso pagano.
Ora però, con questa vicenda delle discariche in Campania, per la prima volta si ha la tangibile sensazione che si sia giunti ad punto di non ritorno.
E che l'incolumità fisica delle persone - non quella morale, sulla quale, mi permetto di dire, sono già stati perpetrati danni letali ed ormai irreparabili -, sia veramente in serio pericolo.
Lo diciamo, lo scriviamo, ma la nostra resta pur sempre una tediosa vox clamantis in deserto.
E nel frattempo prende piede quella particolare forma di tirranide che Platone individuava nel caos, mentre le istituzioni, colpevoli ove non anche conniventi, si arrabattano - ma neppure tanto - penosamente tra il non voler fare il non saper fare ed il fare male.
Poveri figli nostri.
Dal Corriere del mezzogiorno
http://forum.corriere.it/corriere_del_mezzogiorno/08-05-2008/la_lettera_della_signora_sansone-1063148.html
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