Oggi ne ho abbastanza più che mai di questa città e non sono neanche uscita di casa.
Napoli è una città violenta e sporca. I suoi abitanti si incattiviscono ogni momento che salvi riusciamo a fare un passo. Vecchi e bambini hanno la faccia contratta in smorfie incazzate e dure. Non c'è nulla che vada nel verso giusto, nessuna ancora a cui aggrapparsi. Nessun sole, mare che tenga. Scura, brutta e interminabile appare la nottata.
E non voglio restar qui a perdere chances e indurirmi anche io. Non mi illudo di poter trovare un lavoro, casa, giardini pettinati e uccellini altrove, ma mi auguro di poter uscire di casa e non dovere avere occhi dappertutto mentre con il coltello in mezzo ai denti pronta a difenderti sto a contare tutte le anomalie di questa città a la maggior parte delle persone si è abituata credendole normalità.
Cosa ha di normale una città in cui poco più che dei bambini passano il loro tempo in sale giochi dopo la mezzanotte e vengono gambizzati? O una città in cui in pieno centro puoi essere scippata e ridotta in fin di vita. Questi ragazzini non sono recuperabili, mele marce come le loro madri che li hanno partoriti, come le famiglie che li hanno "allevati", pronti a far danni e a infettare anche le mele sane.
E me ne frego di un sindaco che non merita neanche la maiuscola, che con la sua voce stridula e la sua fascia tricolore inutile condanna un "atto gravissimo" e se ne sta al caldo di Palazzo San Giacomo. Abbia la decenza di andar via prima che alle prossime elezioni chiunque si presenti - compreso uno spaventapasseri o un neofascista - ci sia un plebiscito a suo favore.
Napoli è una città violenta e sporca. I suoi abitanti si incattiviscono ogni momento che salvi riusciamo a fare un passo. Vecchi e bambini hanno la faccia contratta in smorfie incazzate e dure. Non c'è nulla che vada nel verso giusto, nessuna ancora a cui aggrapparsi. Nessun sole, mare che tenga. Scura, brutta e interminabile appare la nottata.
E non voglio restar qui a perdere chances e indurirmi anche io. Non mi illudo di poter trovare un lavoro, casa, giardini pettinati e uccellini altrove, ma mi auguro di poter uscire di casa e non dovere avere occhi dappertutto mentre con il coltello in mezzo ai denti pronta a difenderti sto a contare tutte le anomalie di questa città a la maggior parte delle persone si è abituata credendole normalità.
Cosa ha di normale una città in cui poco più che dei bambini passano il loro tempo in sale giochi dopo la mezzanotte e vengono gambizzati? O una città in cui in pieno centro puoi essere scippata e ridotta in fin di vita. Questi ragazzini non sono recuperabili, mele marce come le loro madri che li hanno partoriti, come le famiglie che li hanno "allevati", pronti a far danni e a infettare anche le mele sane.
E me ne frego di un sindaco che non merita neanche la maiuscola, che con la sua voce stridula e la sua fascia tricolore inutile condanna un "atto gravissimo" e se ne sta al caldo di Palazzo San Giacomo. Abbia la decenza di andar via prima che alle prossime elezioni chiunque si presenti - compreso uno spaventapasseri o un neofascista - ci sia un plebiscito a suo favore.
3 commenti:
Mi raccomando, ricorda quello che ti ho detto ieri.
Stringi i denti, ancora per un po'.
La nostra terra non ci merita, è sempre più evidente. E tutti quelli che continuano a vedere il sole dove non c'è, a me personalmente fanno un po' ridere.
Ma se ve ne andate voi, Marianna e Antonio, giovani, colti, forti, con la voglia di cambiare, cosa resta poi? Solo un sole oscuro. Solo un'eterna eclisse. Sono le persone come voi che devono dare un senso al sole e al mare. Sono le persone come voi che devono ridipingerli di blu e di giallo. Il color marrone dell'usura, della ruggine della paura, dell'olezzo della cacca, i vostri cuori chiari lo possono pulire dal quadro del futuro di questa città.
Altrove sareste chiunque, qui, forse, il cambiamento.
Vi voglio bene.
eef
Cara Manu,
vorrei tanto che i pro e i contro si sommassero annullandosi facendomi decidere che se la bilancia è in pari magari vale la pena di rimanere. Qui la bilancia pende tutta da un lato e il futuro sembra dirti: "decidi tu se essere un moderno Don Chisciotte e io mi regolo di conseguenza".
Ci sono momenti come questo in cui penso che questa città non ha speranza e certo io non posso far molto.
Ti voglio bene anch'io, tanto.
M.
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